(U. Trani) – Se la Juve vince al fotofinish, la Roma è esagerata contro l’Inter. Il 4 a 2 è punteggio rotondo, ma non premia come dovrebbe il gruppo di Garcia che costruisce un’infinità di occasioni. La prestazione è sontuosa, ma conta tantissimo il risultato, utile per restare in scia dei campioni d’Italia, ancora in vantaggio di 3 punti.
CASA DOLCE CASA
I giallorossi in casa non perdonano: è il settimo successo su 7 gare di questo torneo giocate all’Olimpico, la miglior striscia da quando il francese di Nemours è sulla panchina giallorossa. L’anno scorso, per tre volte, la serie interna si è spezzata dopo 5 match. E, contando i 3 punti presi a Bergamo, è anche la terza vittoria di fila in campionato.
TURNOVER EFFICACE
Garcia si appoggia Maicon che non giocava dal 18 ottobre. Con il brasiliano a destra, la Roma ritrova la personalità smarrita nelle ultime settimane. Ma è anche la scelta del tridente a incidere sulla partita: la fiducia a Gervinho che sblocca la partita e la conferma di Ljajic che umilia Dodò. L’ivoriano segna su assist del serbo. E Totti regala il sorpasso definitivo a Pjianic. In mezzo la rete fantastica di Holebas, tredicesimo marcatore stagionale. Addiririttura più bella della punizione di Pjanic nel recupero. Il tecnico giallorosso usa bene gli uomini della panchina: sul 3 a 2 fa entrare De Rossi per Keita e Florenzi per Ljajic, nel finale Iturbe per Totti. La differenza tra le due squadre sta proprio nei ricambi. Di qualità.
POKER SERVITO
La Roma, per la prima volta in questo torneo, fa 4 gol. E all’Olimpico continua a vincere con almeno 2 reti di scarto. Astori sbaglia in area in entrambi i tempi e la difesa giallorossa, in campionato, subisce le prime due reti in casa. Il 2 aprile scorso, gara interna contro il Parma, finì 4 a 2 come contro l’Inter. E’ quella l’ultima volta di una quaterna realizzata e di due gol incassati.
SENZA STORIA
Garcia esulta sotto la Sud. Il successo della Roma è meritato e coinvolgente. Mancini, espulso per proteste dopo la terza rete giallorossa, cambia almeno tre volte il sistema di gioco. Parte con il 4-4-2, senza però esterni di centrocampo: Guarin e Kuzmanovic non sono abituati a stare sui lati. E anche Campagnaro da terzino soffre. Il 4-3-1-2 con Kovacic trequartista e il 4-3-3 con Icardi accanto a Osvaldo e Palacio non cambiano la storia del match.