(E. Menghi) La Roma saluta la Champions League. Il City era partito con il diesel, l’1-1 di settembre a Manchester aveva illuso i giallorossi di poter superare lo scoglio dei gironi, ma all’Olimpico ha avuto la meglio la squadra più forte, esperta e attrezzata. Gli inglesi vincono 2-0 e staccano il pass per gli ottavi di finale con una dimostrazione di forza. La Roma rispetta le regole dettate da Garcia con le scelte di formazione e parte all’attacco. Due fiammate dei giallorossi mettono in crisi il reparto difensivo del City, ma né Gervinho né Holebas riescono ad affondare il colpo. Troppo timido il greco, che ci pensa troppo prima di lasciar partire il tiro, Hart in uscita blocca il pallone. Nainggolan prende il suo posto a sinistra e mette in mezzo per l’ivoriano, che però si fa anticipare dal difensore a due metri dalla porta. Il Manchester lascia avanti solo Dzeko e cerca di tenere due linee compatte tra difesa e mediana, nonostante i propositi offensivi di Pellegrini nella conferenza stampa della vigilia. La mossa tattica di Rudi è l’utilizzo di Pjanic al posto e nel ruolo di De Rossi. Regista basso il bosniaco, Keita si allarga a destra e scende a dare una mano quando Miralem si spinge sulla trequarti. Entrambe le cose, però, non gli riescono benissimo e perde qualche pallone di troppo in avvio. Ѐ bravo invece Totti a proteggere palla e far partire l’azione che porta Ljajic al suo primo tiro di poco lontano dalla porta. Al 21’ Gervinho si fa mezzo campo in velocità, preferisce non servire Totti che arrivava dall’altro lato, con un diagonale spaventa Hart, che si allunga quel tanto che basta per sfiorare il pallone e spedirlo in corner. La prima occasione del City arriva al 24’, Nasri trova Dzeko in area, il bosniaco non è preciso e manda fuori. Il match si addormenta un po’, Maicon prova a prendersi una rivincita da ex con un tiro da fuori pericoloso, ma non va. Nainggolan con un lancio illuminante manda in porta Gervinho, l’accelerata dell’ivoriano non va però a buon fine, perché Hart raccoglie il pallone senza problemi. L’azione successiva è di marca inglese, Milner chiama in causa De Sanctis, costretto a uscire per chiudergli lo specchio. Il primo tempo si chiude senza gol, il secondo comincia con il City in avanti, la Roma sembra aver finito le riserve d’ossigeno, ma prova a non mollare. Pjanic sveglia Hart con un bel tiro dalla trequarti, sulla respinta del portiere non ci arriva nessuno. Al 15’ della ripresa Nasri fa partire un siluro col destro, la palla sbatte sul palo dove De Sanctis aveva intuito che andasse, il rimbalzo beffa il portiere giallorosso. Il Manchester si porta in vantaggio grazie a una perla del francese. Nainggolan è il più in forma, e non è una novità, prova lui a trovare il pari con una botta dalla distanza. Ljajic si ritaglia uno spazio in area con qualche finta ben riuscita, la conclusione però non è delle migliori e Garcia lo «punisce» con la sostituzione che aveva già pronta: dentro Iturbe, il serbo esce con le mani in faccia per la delusione. Al 27’ Manolas ha l’occasione più grande per pareggiare, di testa prende il palo clamorosamente, complice una minima deviazione del sorprendente Hart. Sul successivo angolo, Destro calcia da distanza ravvicinata ma Demichelis fa muro e Garcia (non solo lui) è incredulo. Zabaleta anticipa Manolas e trova il raddoppio al 41’, mettendo fine al sogno Champions della Roma, che in virtù della contemporanea sconfitta del Cska Mosca a Monaco trasloca in Europa League. La curva prova a rendere meno amaro il finale e resta a cantare oltre il 90’: «Vinceremo il tricolor», è l’inno della speranza che accompagna l’uscita dei giocatori dal campo. L’altro sogno, lo scudetto, è ancora possibile.