(F. Ferrazza) – Venticinque vittorie, cinque pareggi e sette sconfitte. Il cammino della Roma di Garcia nel 2014 è di quelli importanti, da ricordare, secondo solamente alla Juventus che ha collezionato in totale ben 95 punti. Sono 80 invece quelli dei giallorossi, quindici di meno ma comunque un’enormità, per un dato che resterà nella storia del club. Garcia spera che più che per la gloria, i risultati della sua squadra portino al termine della stagione lo scudetto, obiettivo al quale non ha mai smesso di credere anche di fronte alle difficoltà incontrate fino a questo momento. «A distanza di un anno e mezzo dico che la strada intrapresa è quella giusta. Società, giocatori e tifosi sono uniti e solo così possiamo andare lontano». Con queste parole, alla radio ufficiale di Trigoria, il tecnico ha sintetizzato il suo stato d’animo prima di trascorrere il Natale in famiglia, consapevole di quanto il suo ruolo — e quello in generale di un allenatore moderno — sia importante anche a livello di esposizione mediatica. «So che la comunicazione è molto importante. Io sono la guida della squadra e devo mandare messaggi forti. Voglio e devo trasmettere energia ai miei giocatori, che poi la devono mostrare in campo». Una strategia vincente soprattutto in una piazza piena di voci come è quella di Roma che magari può creargli qualche antipatia in più ma che sembra essere l’unica strada per mantenere unito lo spogliatoio. La cosiddetta “sindrome d’accerchiamento” che, aiutata dai risultati, sta sopperendo a delle lacune d’organico sulle quali sta lavorando Sabatini. In difesa, in particolare, il diesse è molto attivo tra un centrale e un terzino da mettere a disposizione di Garcia a gennaio. Totti e compagni, intanto, stanno consumando gli ultimi giorni di vacanza prima della ripresa prevista per lunedì.