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L’ANALISI di GENOA-ROMA Da Marassi positivi solo i tre punti, Maicon e Nainggolan. Tridente veloce idea giusta, ma troppi gol sbagliati

L'analisi della partita
L’analisi della partita

Tre punti in casa del Genoa, la squadra più in forma del campionato. Uno dei campi più difficili d’Italia. Un solo punto ora di distanza dalla Juventus. Troppa sofferenza nei minuti finali, figlia dei gol divorati ripetutamente davanti a Lamanna, il portiere capace di esordire in A e parare immediatamente un rigore a Ljajic. C’è voluta una stupenda volée di Radja Nainggolan, l’uomo dei gol impossibili, su cross di Maicon sempre in grado di far valere la sua prepotenza fisica. Il belga e il brasiliano sono i migliori in campo, un gradino sopra a Florenzi reo di aver sprecato qualche pallone di troppo in avanti. Con l’uomo in meno per l’espulsione di Perin al 30′ del primo tempo, il Genoa ha prodotto lo sforzo finale con un gol annullato a Rincon in mischia per un fuorigioco giusto quanto difficile da vedere. Bravo l’assistente Costanzo, che però assegna lo stesso angolo dopo che l’ultimo tocco era stato di Perotti. La Roma però ha dimostrato ancora una volta di essere ben lontana dall’essere una grande squadra. Zero cinismo e partita mai chiusa nonostante un’ora di superiorità numerica. E Garcia in questo ha una buona percentuale di colpa.

ATTACCO LEGGERO – Garcia opta per una Roma guerriera e veloce lanciando l’inedito tridente Florenzi-Gervinho-Ljajic e tenendo in panchina, oltre ad Iturbe, i tre centravanti Totti, Destro e Borriello. Turno di riposo per Manolas, con Astori e Yanga-Mbiwa davanti a De Sanctis. A centrocampo senza De Rossi, è ancora Keita a dettare i tempi di gioco, a proteggere la linea difensiva ed anche a vestire la fascia di capitano dal primo minuto. Gasperini modifica il suo Genoa per fronteggiare il centrocampo romanista: dentro Rincon, fuori Edenilson con Roncaglia a destra nella difesa a quattro.

ROMA A SPRAZZI – Il Genoa non è arrembante, sa che la Roma qualcosa quest’anno concede e aspetta il momento buono per colpirla. Fondamentali i duelli a centrocampo: Rincon incrocia Nainggolan, Bertolacci pressa alto Keita e Sturaro deve occuparsi di Pjanic. Dietro è Astori a guidare la linea difensiva. A sua volta i rossoblu soffrono quando Florenzi e Gervinho si gettano sul possesso di De Maio, Burdisso e Antonelli. Proprio da un pallone rubato, al 9′, Ljajic al limite dell’area può sparare a specchio libero ma preferisce l’assist a Florenzi e Roncaglia chiude. La grande occasione arriva al 16′ su una delle poche fiammate di Gervinho: serpentina centrale, scambio con Ljajic che restituisce un filo lungo, Perin si immola prima in uscita bassa e poi sulla ribattuta di Pjanic. Al 29′ l’episodio che cambia la gara: Florenzi nella propria area stoppa con palleggio e fa ripartire Ljajic. Filtrante per Pjanic che a sua volta mette Nainggolan davanti a Perin. Dribbling, fallo del portiere e rosso inevitabile. Ma Ljajic dal dischetto si fa ipnotizzare da Lamanna. La Roma vive dieci minuti di gloria e al 40′ passa grazie alla prepotenza di Maicon e all’acrobazia di Nainggolan. All’ultimo respiro del primo tempo, Yanga-Mbiwa regala un contropiede a Matri, Astori è bravo a disturbarlo al momento del tiro e De Sanctis blocca il tiro di sinistro.

ERRORI SOTTO PORTA – Gasperini viene allontanato a fine primo tempo: nella ripresa corregge la squadra con un 5-3-1, Edenilson per Matri e il solo Perotti a rincorrere il possesso dei centrali giallorossi. La Roma rischia troppe leggerezze, lasciando l’argentino due volte da solo contro Yanga-Mbiwa. Il francese è bravo a non farsi superare. Al 16′ inizia la sagra del mancato raddoppio: affondo di Maicon dopo azione avvolgente, tiro-cross su cui Ljajic mette il piede moscio e consente a Lamanna di bloccare sulla linea. Due minuti dopo, sull’unico angolo battuto decentemente dei 7 calciati, Keita stacca da solo ma manda alle stelle. Al 23′ Holebas perde male un pallone sul pressing di Perotti, De Sanctis è attento e blocca uscendo basso dal palo. Entra Pinilla per De Maio, giusto rischio preso da Gasperini. La palla per chiudere il match capita due volte al Gervinho, ma l’ivoriano prima calcia fuori clamorosamente a tu per tu con Lamanna e poi, su splendido invito di Pjanic, crossa invece di calciare a tre metri dalla porta e Roncaglia chiude su Florenzi. Al 28′ Perotti in area viene guardato dai difensori, il suo tiro finisce alto. Minuto 38 ed è Florenzi a perdere l’attimo davanti al portiere dopo aver saltato due volte Antonelli. Sessanta secondi e Pjanic dal limite spara al lato su discesa di Holebas. Al 41′ è la volta di Iturbe che di testa mette alto solissimo su cross di Florenzi.

BRIVIDO FINALE – Sette, udite bene, sette palle gol sbagliate per il raddoppio e gli ultimi quattro più recupero diventano un’agonia: Astori svetta sui lanci, Pjanic (come l’ex Cagliari) si fa ammonire per fermare una ripartenza. Entrambi salteranno il Milan. Al 47′ Holebas protegge un pallone sulla linea di fondo, Perotti lo tocca ma il guardalinee concede l’angolo. Nella mischia Rincon gira in rete una torre di Burdisso, ma Costanzo annulla. Questione di centimetri ma stavolta c’è. Un sospiro di sollievo lungo un minuto per poter festeggiare questi agognati tre punti. Juve a -1, finalmente.

A cura di Daniele Luciani

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