Una corsa solitaria e liberatoria. Al fischio finale di Mazzoleni, Garcia si lascia andare, si sfoga sotto la Curva Sud sapendo bene l’importanza della vittoria per 4-2 sull’Inter. Perché l’Inter nonostante tutti i suoi limiti è sempre rimasta in partita. Non erano bastati i gol di Gervinho e Holebas per abbatterla perché le disattenzioni difensive della Roma hanno concesso a Ranocchia e Osvaldo di pareggiare due volte. Poi i dribbling ubriacanti di Gervinho hanno messo in ginocchio Dodò e Juan Jesus, il genio di Totti ha servito a Pjanic e il bosniaco ha scaricato in rete tutta la pressione che per tre minuti ha divorato l’Olimpico. Gli innesti di Florenzi e De Rossi hanno restituito vitalità e reattività alla Roma, pronta a divorare l’Inter in ogni contrasto come fatto da un immenso Nainggolan per tutti e novanta i minuti. E alla fine la punizione di Pjanic è un chiaro messaggio alla Juventus: non importa se vincete anche a pochi secondi dalla fine, la Roma non mollerà questa lotta allo Scudetto.
LE SCELTE – Garcia ritrova Maicon e conferma Holebas a sinistra dopo la buona prestazione di Mosca. A centrocampo torna la rotazione con De Rossi fuori e Keita inserito tra Pjanic e Nainggolan. In attacco c’è il trio visto contro il Cska: fiducia all’opaco Gervinho con Totti e lo straripante Ljajic. Mancini toglie lo spento Icardi e lancia l’ex Osvaldo. 4-4-2 solido, zero estro: Guarin e Kuzmanovic sulle fasce, fuori l’estro di Kovacic e Hernanes, dentro i muscoli di M’Vila e Medel. Palacio al fianco di Osvaldo dopo il riposo in Coppa.
LA SPINTA RITROVATA – Torna Maicon e la Roma spinge subito sulla destra: servono tre minuti al brasiliano per arrivare subito sul fondo, angolo guadagnato ma sprecato. Mancini si blinda: Kuzmanovic aiuta Dodò a destra, M’Vila e Medel a turno prendono Pjanic mentre Palacio segue come un’ombra Keita. La cifra tecnica dei giallorossi però è troppo superiore: più volte Ljajic, Pjanic e Totti trovano spazio sulla destra. La Roma passa al 21′: con i centrocampisti seguiti a uomo, è Astori a salire palla al piede superando la prima linea di pressing. Il centrale libera Nainggolan che va al preciso cambio gioco per Totti, smarcato dalla sovrapposizione di Maicon: il capitano fa filtrare per Ljajic, cross forte e teso al centro dove Gervinho deve solo mettere il piede per sbloccarsi. In campionato non segnava dalla prima giornata contro la Fiorentina.
GERVINHO CROCE E DELIZIA – Nel momento in cui dovrebbe dominare la Roma prova a gestire, ma abbassando fa solo il gioco dell’Inter tutta muscoli: è De Sanctis a salvare i giallorossi sul tocco di punta di Kuzmanovic direttamente smarcato da una lunga rimessa laterale di Campagnaro. Pjanic, Totti e Nainggolan provano il contropiede, il tiro mancino del belga è alto. Gervinho timbra la doppietta ma ingenuamente si fa pizzicare in fuorigioco: sul cross di Ljajic, l’ivoriano non rimane in linea col pallone e batte Handanovic in off-side. L’Inter è un pugile suonato ma la Roma non affonda il colpo del k.o. e allora ecco il pareggio al 35′. Calcio d’angolo su cui Ranocchia fa valere i suoi 195 centimetri, Astori rimane di sale e De Sanctis è battuto, stavolta incolpevolmente. Gervinho prova a scuotersi nuovamente al 38′, ma dopo essersi liberato bene in area, ritarda la conclusione e Juan Jesus lo mura. Tre minuti più tardi altra accelerazione su cui brucia Dodò, ma scelta del cross sbagliata: pallone arretrato per Ljajic invece che al centro per Totti, bravo a rubare il tempo ai difensori. Il tiro del serbo è respinto da Medel.
AL CARDIOPALMA – Neanche il tempo di far sedere i 41.701 spettatori dell’Olimipco e Holebas si inventa un gol stratosferico: bevuti in velocità Campagnaro, Medel e Ranocchia per arrivare da Handanovic recapitando un bolide di sinistro che si insacca all’incrocio opposto. Non è la Roma di dodici mesi fa, la fase difensiva a tratti si spegne e Osvaldo facendo sponda su Astori fa 2-2. Il trascinatore di giornata è Nainggolan e subito dopo il gol suona la carica, sparando centrale una botta mancina inserendosi nella difesa di burro interista. E’ il preludio al nuovo vantaggio: 60′, Gervinho torna imprendibile e dal fondo mette al centro per Totti. Il capitano viene murato dalla difesa e allora ecco il tocco dietro per Pjanic che fa finire in porta pallone, Campagnaro e Handanovic. 3-2. Terzo vantaggio troppo prezioso da vanificare. Mancini se ne va negli spogliatoi protestando. Mazzoleni e Rizzoli (arbitro d’area) sorvolano su un atterramento di Pjanic da parte di Juan Jesus. L’Inter attacca senz’ordine, la Roma soffre un po’ ma non si difende bassa come fatto colpevolmente a Mosca.
Gli ultimi cinque minuti più recupero stavolta diventano una continua ripartenza ben orchestrata, non gli scialbi palloni gettati nel gelo russo. All’ 85′ Nainggolan recupera l’ennesimo pallone su Guarin, Iturbe però si divora la palla del poker calciando alto. Sessanta secondi dopo l’argentino fa tutto bene, incrocia il sinistro rasoterra e la palla sfila mezzo metro larga sul palo opposto. Al 90′ Gervinho ubriaca Juan Jesus e Ranocchia ma sbaglia l’assist al centro. L’azione però prosegue e Guarin, esasperato, sdraia Nainggolan al limite. E’ la mattonella di Miralem Pjanic, che incastona il pallone dove neanche Handanovic può arrivare. Una risposta in piena regola a Pirlo e al suo gol a quattro secondi dalla fine. Poker romanista e apoteosi, vittoria sofferta e meritata e Garcia lo sa. Il tecnico va da solo sotto la Sud al fischio finale e la arringa come avesse vinto una finale.
A cura di Daniele Luciani