Ci sono voluti l’ardore di due ragazzi e il cuore dei trentottomila spettatori dell’Olimpico per pareggiare contro il Sassuolo. Ci sarebbe da parafrasare un vecchio detto, chi di beffa ferisce (Berardi al 94′ l’anno scorso), di beffa perisce. Ma il gol di Ljajic in pieno recupero è solo una magra consolazione che salva l’onore della Roma e tiene le distanze invariate con la Juventus. L’occasione sprecata però è gigantesca, non sempre la squadra di Allegri farà turnover e non sempre affronterà un avversario come la Fiorentina. Dal possible -1 all’incubo -4. Se non fosse stato per il cuore di Alessandro Florenzi, alla prima da capitano dopo l’espulsione di un Daniele De Rossi mai così ingenuo, lento e fuori forma. Se non fosse stato per il genio del calcio che ha nei piedi Adem Ljajic, capace di sopperire da solo all’abulia odierna di Pjanic e all’immaturità di Iturbe e di Destro. Una partita ripresa per i capelli da Garcia dopo gli errori clamorosi di De Sanctis e di Yanga-Mbiwa nei due gol di Zaza.
LA PRIMA DI STROOTMAN – Rispetto all’Inter ci sono cinque cambi: Yanga-Mbiwa per Astori che dal rientro dell’infortunio le ha giocate tutte, mentre Maicon, Nainggolan, Gervinho e Totti riposano in vista del Manchester City. Florenzi gioca esterno basso come a Mosca, mentre Strootman gioca dal primo minuto instaurando il centrocampo locomotiva dello scorso anno. L’olandese però è ancora lontanissimo dalla forma migliore e il centrocampo tutto muscoli di Di Francesco fagocita lui e Pjanic. Brighi e Taider sono fidi scudieri di Missiroli con Berardi e Sansone pronti a triplicare le marcatore con Vrsaljko e Peluso.
PATATRAC DE SANCTIS-YANGA MBIWA – Il Sassuolo inizia la propria gara ordinata, corsa e sacrificio per rincorrere le costanti sovrapposizioni di Florenzi e Holebas. Zaza si divide tra De Rossi e Yanga-Mbiwa. Per quindici minuti la Roma domina seguendo lo scontato canovaccio tattico. Poi la frittata totale di De Sanctis: retropassaggio del difensore francese sul pressing di Zaza e dormita del portiere romanista che tra stop e tempo di rinviare si fa ribattere dalla scivolata del centravanti, 0-1 sconcertante. Difficile credere ai propri occhi per i tifosi della Roma, sbigottiti dall’errore seguente di Yanga-Mbiwa: neanche 120 secondi e Zaza raddoppia. Rinvio stavolta accettabile di De Sanctis, il Sassuolo recupera e Missiroli lancia in verticale per Zaza. Venti metri tra Manolas e Mbiwa, col francese che clamorosamente su palla scoperta (da ultimo uomo disallineato) corre in avanti invece di inseguire l’avversario. De Sanctis, spaventato anche dalla presenza di Berardi, non esce e dà a Zaza tutto il tempo per batterlo di nuovo, 0-2. Diluvia sull’Olimpico in tutti i sensi. E nonostante piova, potrebbe andar peggio.
FORCING DI CUORE – L’Olimpico non molla la Roma e i giallorossi assediano l’area del Sassuolo fino al 45′. Poche idee e ben confuse, tante iniziative personali fini a sé stesse. Ljajic sporca i guanti a Consigli, Iturbe attenta ripetutamente ai corpi degli avversari con sassate volenterose quanto pretenziose. Holebas scheggia la traversa al 28′ con la deviazione eroica di Consigli all’incrocio. La vera occasione la spreca Destro con un colpo di testa più difficile da sbagliare che segnare. Palla al lato. Intanto De Rossi è costretto a prendere un giallo da un pallone perso male da Strootman. Al 39′ Vrsaljko si sostituisce a Consigli, immolandosi sulla girata volante di Ljajic che sarebbe stata vincente. Un minuto e solo Cannavaro sfiora l’autogol svirgolando un tiro-cross di Florenzi. Lo spettro dello 0-3 viene scacciato da un salvataggio straordinario di Holebas che appare dal nulla anticipando in extremis Berardi.
INCUBO DE ROSSI – La ripresa si apre sempre con Ljajic vicino al gol ma stavolta il suo destro al volo su appoggio di Strootman finisce fuori. Al 5′ altra svolta negativa per i giallorossi: De Rossi dribbla Zaza invece di giocare semplice, si fa recuperare, togliere il pallone da Berardi e finisce per stenderlo. Secondo giallo e rosso inevitabili. Garcia capisce, tardi, che è ora di cambiare: dentro Nainggolan e Gervinho per cambiare passo. L’ivoriano si occupa dei dribbling, mentre Ljajic gioca a tutto campo. Pjanic si spegne, fuori al 26′ per Keita che darà tranquillità e ordine. Al 31′ altra stupenda giocata di Ljajic che in verticale in area trova Gervinho, il cui tiro impatta su Vrsaljko. Il tocco con la mano a velocità normale è più evidente, al replay lascia molti dubbi. Irrati fischia rigore e Ljajic non sbaglia, 1-2. Tredici minuti finali più recupero col cuore oltre l’ostacolo. E l’occasione giusta sembra arrivare al 90′: Ljajic mette a sedere tutto il Sassuolo, Acerbi respinge l’assist a Florenzi ma serve Nainggolan. Il destro del belga ha solo potenza e finisce alto.
PAREGGIO INVEROSIMILE – La palla della speranza e del pareggio, per la legge del contrappasso, parte da un rinvio di De Sanctis stoppato con bravura da Destro. Gervinho tocca per Florenzi, tenuto in gioco da Acerbi. Il neo-capitano anticipa Consigli e serve Ljajic che mette dentro a porta vuota (e nel frattempo Vrsaljko mette giù Destro, rigore netto). E’ il 2-2 che fa schiumare tutta la rabbia per un’altra partita da vincere e che stava per diventare un incubo totale. Di sicuro finisce nella lunga, infinita lista dei rimpianti per avvicinarsi alla vetta del campionato. Come Lecce, Venezia, Ancona, Sampdoria, ecc. ecc.
Daniele Luciani