(M. Pinci) – Oltre al danno la beffa. L’eliminazione dalla Champions, che toglie alla Roma la prospettiva di un incasso da 12 milioni,rinforzerà anche le casse della rivale di sempre. Perché a beneficiarne sarà laJuventus, potendo contare su un beneficio nella distribuzione del market pool di almeno 6-7 milioni di euro, aumentando la forbice nei fatturati per anni al centro delle battaglie dell’ex tecnico bianconero Antonio Conte. Non di soldi, ma di uomini parla invece Garcia: salutando per la terza volta su tre alla fase a gironi quella Champions in cui voleva lasciare un’impronta dopo le due eliminazioni con il Lille, il francese ha inviato un messaggio diretto a proprietà e dirigenza.
Non lascia dubbi Rudi Garcia quando segna la differenza tra la Roma e il City: “Dobbiamo avere giocatori più forti se vogliamo raggiungere squadre di questo livello”. Di fatto, fa quello che aveva provato a fare già prima della scorsa estate: chiede investimenti, e se vogliamo scarica un po’ chi nella Roma c’è già: magari non tutti, ma certo è chiaro che, per lui, sul mercato si può trovare di meglio. Peccato che proprio Pallotta, poche ore prima del fischio d’inizio di Roma-Manchester City, avesse chiuso la porta con una frase chiara: “Il mercato? Stiamo bene così“. E chi lo spiega ora a Rudi? Il sospetto è che la sua Roma debba fare di più anche sul mercato: la rosa costruita in estate in campionato tiene il passo della Juventus ed è in piena lotta per lo scudetto. Ma in Europa non sembra attrezzata per poter giocare alla pari con squadre di alto livello: senza arrivare agli inavvicinabili Real, Bayern, Chelsea e Barcellona, la Roma appare lontana anche da altre realtà. Come il City, appunto, o l’Atletico, o l’Arsenal, forse anche il Dortmund. E non tutti gli uomini presi nell’ultima campagna trasferimenti si sono rivelati funzionali al progetto europeo di Garcia.
Di certo c’è che il tecnico ha mandato dei segnali: l’esclusione di Ashley Coleanche dalla panchina nel match col City la dice lunga sulla stima del tecnico per il laterale britannico arrivato in estate a costo zero. Come Emanuelson: zero euro, zero fiducia, 10 minuti appena in campo, contro il Cagliari a gara vinta. L’olandese in fondo era stato preso soprattutto per garantirsi una corsia preferenziale con Raiola, il suo agente, per avere Manolas. Ma al tecnico il terzino ex Milan non serviva, come non servivano i baby arrivati in estate:Uçan, Sanabria, Paredes, scommesse di Sabatini costate più di 10 milioni complessivi (e a giugno per tenerli tutti bisognerà spenderne altri 15) che hanno collezionato complessivamente 41 minuti in campo (38 l’argentino, 3 il turco, 0 il paraguaiano) e infinitamente di più tra panchina, tribuna, infermeria. Non tutti gli anni è possibile pescare un Marquinhos, preso a 5 milioni e rivenduto a 32 al Psg. Lo scorso anno Jedvaj, pagato 5 milioni, non ha praticamente mai visto il campo. Ora al Leverkusen gioca, ieri Voeller era all’Olimpico e c’è chi giura abbia già impostato il discorso con la Roma per riscattarlo sulla base di 10 milioni. Più dura sarà riuscire a valorizzare economicamente Sanabria (che potrebbe costare fino a 12 milioni) o Uçan. Che, pagato 4,75 per un prestito biennale, potrà essere acquistato solo aggiungendo al prezzo altri 11 milioni per un totale dunque di quasi 15. Anche a Sabatini non tutte le ciambelle riescono col buco.