(J. Manfredi) – Un’opaca Roma chiude il 2014 pareggiando per 0-0 con il Milan e consente alla Juve di tornare avanti di 3 punti in classifica. Un pari ampiamente meritato da parte dei rossoneri che hanno confermato il momento di crescita psico-fisica, dando l’idea di avere le idee decisamente più chiare degli avversari. Sottotono e poco lucida, la squadra di Garcia può recriminare solo per un rigore negatole nel primo tempo per un fallo di mano di de Jong su un colpo di testa di Garcia. Ma sul piano del gioco non è mai stata superiore ad un avversario che ha chiuso ddirittura gli ultimi 20’ in 10 per l’espulsione di Armero.
UNA ROMA CON POCHE IDEE – Alla Roma è decisamente mancato l’apporto di Pjanic. Costretta a proporre un centrocampo esclusivamente muscolare (Keita-De Rossi-Nainggolan) ha finito per pagare dazio sul piano della fantasia. E non è un caso che è riuscita a rendersi pericolosa solo quando è partito in accelerazione Gervinho. In più ha risentito delle scarse condizioni di Maicon che a destra non è riuscito a dare il solito apporto per un problema al ginocchio. C’è da capire perché Garcia lo abbia voluto rischiare lo stesso malgrado nel riscaldamento il brasiliano abbia dimostrato di non sentirsi al 100%.
INZAGHI, UNA PARTITA PREPARATA ALLA PERFEZIONE – Il Milan ha fatto tutto alla perfezione sul piano difensivo. Ha chiuso ottimamente le linee di passaggio ai giallorossi, non ha dato loro profondità e ha raddoppiato bene le sovrapposizioni degli esterni sulla fasce. Segno che Inzaghi la partita l’ha preparata nei minimi particolari. Gli è mancato solo il cinismo per far male in ripartenza. Un po’ perché Menez si è fatto trovare troppo spesso in fuorigioco, un po’ perché i tre davanti non sempre si sono mossi in armonia. Ma sono tutte cose perfettibili con il tempo. Per adesso arriva un punto pesante che sicuramente porta una ventata d’ottimismo nella rincorsa al 3° posto.
GARCIA RILANCIA MANOLAS E DE ROSSI – Costretto a rinunciare agli squalificati Pjanic e Astori, Garcia ha deciso di ridare fiducia a Manolas e De Rossi spostando Keita nel ruolo del bosniaco. Davanti ha confermato Florenzi preferendo stavolta Totti a Ljajic. Sul fronte opposto, Inzaghi ha in pratica dato fiducia alla squadra che ha sconfitto il Napoli con la sola novità dell’innesto dal 1’ di Zapata al posto dell’infortunato Rami.
MEGLIO I ROSSONERI IN AVVIO – In evidente fiducia, il Milan è partito meglio e ha subito impegnato De Sanctis con due conclusioni di Honda e Montolivo. La Roma ha impiegato un quarto d’ora a scaldare i motori e anche quando li ha accesi si è resa pericolosa dalle parti di Diego Lopez solo su palle inattive: prima con una punizione di Totti da posizione defilata e poi con una girata di De Rossi su calcio d’angolo.
MANO DI DE JONG, RIGORE NEGATO ALLA ROMA – Per accendere la squadra di Garcia c’è stato bisogno, ancora una volta, di Gervinho che dopo un’azione ubriacante in area (29’) non ha trovato di meglio, però, che calciare addosso a Diego Lopez dal dischetto del rigore. All’ivoriano sarebbe, probabilmente, andata molto meglio 3’ dopo se un suo colpo di testa da due passi non fosse stato deviato in angolo con un braccio alzato da de Jong. Una deviazione da rigore solare che, però, nessuno degli arbitri ha notato. Il Milan non si è impaurito e prima della fine del tempo ha chiamato ancora in causa De Sanctis con un bel destro da 40 mt di Mexes.
ARMERO LASCIA IL MILAN IN 10 AL 70’ – Chi si aspettata una Roma completamente diversa dopo l’intervallo è rimasto subito deluso. Il Milan ha ricominciato ancora una volta meglio e per ben tre volte in un quarto d’ora ha tenuto in allerta De Sanctis con le conclusioni di Menez, Poli e Bonaventura. Garcia ha provato a cambiare qualcosa inserendo al 66’ Ljajic ma l’espulsione di Armero (somma di ammonizioni) al 70’ gli ha complicato i piani visto che il Milan, con Alex al posto di Honda, si è rinchiuso negli ultimi 40’ serrando ancor più le fila.
GERVINHO MANCA L’1-0 AL 92’ – L’unico brivido per il Milan è arrivato in pieno recupero: Gervinho improvvisamente si è riacceso, ha triangolato in area con Yanga-Mbiwa ma con un destro da pochi passi ha di nuovo calciato addosso a Diego Lopez. Oltre al danno la beffa: nella circostanza l’ivoriano è stato toccato duro da Alez in scivolata alla caviglia e ha dovuto chiudere anzitempo la partita lasciando in 10 i compagni negli ultimi 3’. Garcia rischia di perdere ancor prima della Coppa d’Africa l’unico uomo, al momento, in grado di fargli davvero la differenza.
Fonte: repubblica.it