(P.Casarini) – Gli arbitri di calcio sono generalmente capaci di decidere con un buon grado di competenza e qualche volta di vera bravura. Quando però si deve valutare la posizione del pallone rispetto alle linee della porta, ricompaiono i limiti umani che sembravano risolti. Anche la televisione, pur avvalendosi di tecnologie avanzate, non sempre ha chiarito il gol fantasma, vede più dell’uomo ovviamente, ma è organizzata ad analisi generali dell’intero gioco. Alla verità del gol punta, oggi, solo la Goal Line Technology che con sette dispositivi dedicati alla linea di porta è in grado di ridurre l’errore all’1,5 per cento. Gli arbitri hanno risposto a questa domanda di minori errori piazzando un uomo a fondo campo, ben posizionato ma con possibili apporti di errori. Viene definito addizionale, ma molte volte è un assistente generico che l’arbitro centrale trascura. In Udinese-Roma, un pallone incornato da Astori ha colpito la traversa per rimbalzare sulla linea di porta: fuori secondo Maresca che lo comunica al deluso Astori, dentro per Guida che si muove a circa 18 metri dalla porta. Solo Guida può spiegare come ha fatto a decidere da così lontano e quali immagini sono arrivate ai suoi occhi. Il contrasto, a fine gara, tra Emanuelson e Kone, in odore di rigore per i friulani, sempre di fronte all’inutile Maresca, non è stato punito da Guida. Ma questi falli si dimenticano in fretta