(A. Catapano) – Nella Giornata della Memoria, un’iniziativa più piccola, per carità, ma da ricordare (e, se possibile, replicare per sempre): «A scuola di tifo» è il progetto che la Roma ha pensato e ideato in cooperazione con l’Assessorato allo Sport del Comune per i bambini delle scuole primarie della Capitale. L’intento è nobile e non facile, visti i tempi: educare i nostri figli ad un tifo spontaneo, sano, civile; portare sui banchi di scuola tutti quei valori che spesso troppo grossolanamente facciamo rientrare nella categoria «fairplay»: correttezza, lealtà, rispetto delle regole, dell’arbitro, dell’avversario (del calciatore e dell’uomo), coraggio (anche di abbracciarlo), educazione (in campo e sugli spalti). Missione impossibile? No, se si fanno le cose per bene (e la Roma su questo fronte ha già mostrato serietà e fantasia, vedi il Village e il settore Famiglie) e se gli esempi dei grandi e famosi, per una volta, sono positivi. Ecco perché la Roma ha deciso di partire con Castan e Paredes, i due «campioni» che incontreranno i ragazzi stamattina: un calciatore affermato che potrà raccontargli come ce l’ha fatta; un giovane talento che potrà condividere con loro sogni e speranze.
IL CONCORSO «A scuola di tifo», che in qualche modo coincide con il battesimo della fondazione «Roma cares», comincia oggi da due scuole primarie di Boccea/Casalotti e Cinecittà e coinvolgerà fino alla fine dell’anno scolastico complessivamente otto istituti pubblici. I bambini incontreranno i loro idoli, ma non è questa la parte più interessante del progetto: saranno tutti chiamati a elaborare un tema, ideare uno striscione, realizzare un lavoro naturalmente ispirato al tema del progetto. Tutti parteciperanno ad un concorso che alla fine premierà i migliori con ingressi allo stadio e incontri con i calciatori. In bocca al lupo, dunque.