(A. Bocci) – Voce del verbo tornare: ripresentarsi in un luogo da dove si era partiti, manifestarsi di nuovo, in senso lato ripensare, se si torna con la mente. E Mario Gomez deve essere tornato con la mente al periodo d’oro, a quando metteva paura a tutte le italiane in Champions. Alla Roma anche, con due gol che gelarono l’Olimpico, che poi rimontò e vinse la partita. Era il 2010, un secolo fa. Negli ultimi tempi Mario ha masticato amarezze, ha assorbito critiche, polemiche, soprattutto ha patito quella porta sempre chiusa. Finché apriti Sesamo, la porta si è spalancata con una doppietta in Coppa Italia, e a stretto giro di posta ecco anche il gol alla Roma che avrebbe potuto rilanciare decisamente la Fiorentina al livello delle sue ambizioni delle ultime stagioni. Sarebbe stato un ritorno anche questo, invece l’impresa è rimasta a metà.
PROMESSE Voce del verbo tornare. A volte ritornano e non vengono accolti bene, a volte vengono fischiati, insultati, tartassati. Sulla testa di Adem Ljaijc invece è volata indifferenza più che maleducazione. L’ironia dei fiorentini era diretta altrove, l’attenzione focalizzata sull’arbitro (livornese, e si sa che in Toscana ogni città è un altro mondo) o su Garcia o sugli erroracci di qualche giocatore. Per Ljajic niente, né una parola né un fischio. Se n’è andato in modo strano, preso a schiaffi dall’allenatore di allora (Delio Rossi), messo sul mercato destinazione Milan, sembrava, ma poi è finito a Roma ed è tornato a Firenze ancora una volta per rincorrere un’idea e dimostrare che la Roma può ancora vincere il campionato. «Se segno non esulto», ha detto prima della partita. «Mi fa piacere tornare qui, per me è una partita speciale e devo mettere tutto da parte. Ho troppi amici in città, non potrei farlo». È stato di parola. Ha segnato, ha alzato le mani e abbassato la testa mentre i compagni lo sommergevano. Ha agguantato la partita e le speranze di rimonta, ma non è bastato. «La Roma non mollerà».
PROGETTI Voce del verbo tornare, ma questa volta sono ritorni a metà. Esulta Gomez che segna il terzo gol in pochi giorni (due all’Atalanta in Coppa Italia), ma resta a una misera quota cinque in Serie A, e quando si siede in panchina lo sguardo non è felice, se mai perplesso, non per la sostituzione, ma per il pareggio che serve a poco. Quello alla Roma è il secondo del tedesco in questo campionato, poco per uno che ha vinto tutto e che avrebbe dovuto, nei sogni della gente, riempire anche il vuoto di Giuseppe Rossi, che rientrerà con la primavera. Per tornare in Europa c’è anche l’opzione Coppa Italia, ancora con la Roma di fronte, ancora all’Olimpico. Ma prima ci sono altre partite, e chissà che Mario Gomez non si sia finalmente sbloccato: era il secondo gol segnato in carriera al Franchi ed è arrivato in una partita chiave. Voce del verbo tornare. In zona Champions, in scia scudetto. A volte tornare fa rima con ritentare.