(F. Ceniti) Ci vorranno più di novanta minuti. L’Italia non è l’Inghilterra e neppure la Germania anche quando si parla d’introdurre la tecnologia a supporto degli arbitri sul gol non gol. In Premier (già in uso) e in Bundesliga (dal prossimo campionato) la novità è stata introdotta in un batter di ciglia. Da noi se ne parla da mesi, ma solo ieri la partita è iniziata in via ufficiale con la riunione a Roma voluta dalla Federcalcio. Il finale sembra scritto con l’ok definitivo alle telecamere per evitare polemiche sulle reti fantasma, ma la scaletta è ancora incerta, anche se proprio ieri Carlo Tavecchio ha ribadito: «Questa riunione ha inaugurato un percorso che porterà nei tempi preventivati all’applicazione della tecnologia del “gol non gol” nel nostro Paese. Sono convinto che il suo utilizzo, a partire dal prossimo campionato, sia ineludibile». Almeno sono stati messi dei punti fermi e d’ora in avanti saranno possibili solo passi in avanti. Certo, resta un passaggio fondamentale per la ratifica definitiva e dovrà essere la Lega di Serie A a convocare in tempi brevi un’assemblea e far votare alla società l’introduzione della tecnologia. A parole sono tutti d’accordo, ma c’è l’aspetto economico da non sottovalutare: chi pagherà i circa 5-6 milioni di euro necessari per dotare gli stadi degli strumenti utili ai replay?
SPONSOR – I soldi non usciranno certo dalle casse della Figc, impegnata in tagli difficili dopo la riduzione dei contributi Coni. La palla passa dunque alla Lega: l’idea è quella di trovare sponsor in grado di coprire i costi, ma al momento non ci sono. E quindi ai presidenti sarà detto che nel caso peggiore (vista la crisi…) potrebbero essere chiamate le società a mettere mano nel bilancio. Saranno tutte disponibili a sborsare 2-300 mila euro per il gol non gol? Staremo a vedere. Solo in caso di maggioranza al sì si potrà contare sulla tecnologia in A. Più semplice il discorso che riguarda la Serie B: la novità emersa ieri nell’incontro (al quale ha preso parte anche Andrea Abodi, mentre per la Lega di A c’era il d.g. Marco Brunelli in videoconferenza) è di adottare le telecamere anche nei playoff di B sperimentandole già in questa stagione, con una spesa minima anche perché il macchinario potrebbe essere solo affittato per un numero ristretto di gare. Ma l’antipasto in B si farà solo se il sistema sarà effettivamente «smontabile».
QUALE TECNOLOGIA – Una volta superato questo passaggio e incassato il voto favorevole della Lega, si passerà alla scelta dello strumento da adottare in Italia. Sarà uno dei 4 approvati da Ifab e Fifa come richiesto dagli arbitri (favorevoli alla tecnologia sul gol non gol), si studieranno vantaggi e svantaggi soprattutto sui tempi tecnici per installare il sistema negli stadi italiani. E magari si riuscirà anche ad avere uno sconto sul prezzo finale. Non esiste invece un sistema più preciso degli altri: il margine di errore (vale a dire la macchina prende una decisione, ma non garantisce che sia corretta) è di 1,5 centimetri, più o meno quello che è accaduto a Udine in occasione della rete di Astori che ha scatenato polemiche non ancora sopite, ma forse se a decidere è un computer, come ha ammesso Adriano Galliani, si compie un atto di fede, accettando il responso senza metterlo in discussione.