(A. Grandesso) – Il clima è ormai esplosivo. In pochi giorni il Psg si è trasformato in una bomba ad orologeria. Tarata sul mercato di gennaio. Con un’onda d’urto assicurata anche su quello estivo. Alla rottura evidente con Lavezzi e al gelo con Cavani, si aggiunge anche lo strappo con Thiago Motta. I primi due sono finiti fuori rosa, multati dopo il colpevole ritardo al rientro dalle ferie, bollato come «inammissibile e inaccettabile» dal tecnico Laurent Blanc. Il centrocampista azzurro medita un addio precoce, demotivato dal deterioramento dell’ambiente. Così il progetto parigino potrebbe cambiare volto in tempi brevi. Ma in modo ambizioso, con un ritorno in auge di una politica di investimenti audaci. Da tradursi in estate con l’assalto a Paul Pogba e l’agguato a Cristiano Ronaldo. Scalata da brividi, resa possibile solo dal ridimensionamento del perimetro imposto dal fairplay finanziario dell’Uefa.
L’IMPENNATA DEL FATTURATO Il Psg ha capovolto le sanzioni della scorsa primavera, che cassarono il mega contratto di partnership con il ministero del turismo del Qatar. Accordo da 200 milioni di euro a stagione, ridotto di metà, ma compensato con un’aggressiva politica di ricavi che di fatto proietta il Psg verso un fatturato da oltre 500 milioni. Facendolo rientrare nella categoria delle società virtuose, libere di muoversi sul mercato con entrate adeguate. Così, già a marzo, potrebbe arrivare il via libera che permetterebbe al Psg di orchestrare una nuova campagna acquisti trionfale. Da addobbare con l’offensiva su Pogba, simbolo di rinascita della Francia di Deschamps e talento dal futuro radioso. In linea con i piani di gloria di un club che dopo aver fatto irruzione nell’élite del calcio europeo vuole bruciare i tempi per alzare la Champions League. Da qui l’obiettivo primario: Cristiano Ronaldo. Un fuoriclasse assoluto in campo e garanzia di introiti fuori. Il portoghese, in scadenza di contratto nel 2018, è considerato incedibile dal Real Madrid, ma il prossimo cinque febbraio festeggerà 30 anni. Età che spinge verso nuove riflessioni di carriera. Così, il Psg potrebbe assestare il colpo ad effetto, come lo furono quelli di Ibrahimovic e Thiago Silva, strappati al Milan nel 2012. E quello di Cavani, prelevato dal Napoli l’anno dopo per la cifra record, in Francia, di 64 milioni.
IN VENDITA In questa prospettiva vanno lette le sanzioni inflitte ieri a Lavezzi, ormai deciso a cambiare aria, e a Cavani che il Psg medita di cedere, ma d’estate e a un prezzo che compensi l’investimento iniziale e il conseguente valore simbolico. Operazione complessa, in un contesto delicato. Scosso appunto dal caso dei due sudamericani, rientrati solo il 2 gennaio a Parigi dalle ferie, quando invece erano attesi in ritiro a Marrakesh il 28 dicembre. Giorno in cui Blanc aveva proclamato la nuova rotta per rimediare ad una prima parte di campionato deludente, al terzo posto dietro al Marsiglia di Bielsa e al Lione: «Ora chi sgarra fa i conti con me». Lavezzi e Cavani l’hanno sconfessato quasi in diretta, finendo però una settimana fuori rosa, con doppi allenamenti quotidiani, e multe stimate in 141mila euro per l’uruguaiano e in 91mila per il Pocho. In virtù anche dei pieni poteri che la direzione ha affidato a Blanc, ma solo per scongiurare un possibile tracollo. Anche perché il gruppo è sempre più teso, complice la rivalità sempre meno latente tra Ibrahimovic e Thiago Silva, che rivendicano entrambi un legame diretto con il presidente Al Khelaifi. E i francesi si lamentano dei privilegi concessi alle star. Rabiot, Cabaye e Chantome cercano nuovi lidi, in prestito o in cessione. Nel mezzo naviga il deluso Thiago Motta. Il centrocampista ha chiesto di essere ceduto, non sentendosi valorizzato, né difeso dalle critiche. L’Italia è una priorità. Milano un’opportunità, ma stavolta sulla sponda rossonera. Mentre alla finestra stanno Manchester United e Real.