(L. Franceschini) La Roma batte ancora l’Atalanta e torna in finale di Coppa Italia a tre anni di distanza dall’ultima apparizione. I giallorossi, dopo aver sbancato Zingonia con autorevolezza, soffrono in casa e riescono a venirne fuori solo con grande caparbietà e cinismo sottoporta. L’avvio è di marca bergamasca: Marchini colpisce un palo dopo appena 70 secondi. Il forcing iniziale si conclude con la rete di Di Giovanni.
La Roma è sotto shock, e per poco non finisce in 10: Pellegrini stende Tulissi, lanciato a rete in solitaria. L’arbitro lo grazia. Poi Ferri rimette a posto i conti prima dell’intervallo, firmando un gol importantissimo sotto l’aspetto psicologico. Nella ripresa, infatti, cambia l’inerzia della partita: i giallorossi rientrano con un altro piglio ma non concretizzano, a dirla tutta. Quindi Marchini punisce Pop, sfruttando l’ennesima dormita della difesa avversaria.
Spaventata, la Roma si butta in avanti e trova un fortunoso gol con Pellegrini. Il capitano di Youth League segna ancora e mette in banca il definitivo 32: oltre agli assistmen, dovrà un ringraziamento all’arbitro Proietti. Finisce con la vittoria dei giallorossi, in fondo ad un match molto tirato: «Questo trofeo ci manca da un po’ – ammette l’allenatore De Rossi –, giocarsela all’Olimpico sarà uno stimolo enorme. Chi vogliamo in finale? Lazio e Juve (vincitrici delle ultime due edizioni, ndr) si equivalgono, non cambia niente». Incalza subito Pellegrini, però: «Io dico Lazio, il derby ha una marcia in più». Pochi dubbi. Ma come dargli torto? In scala 1:100, varrebbe un remake del 26 maggio 2013.