Tevez 13 gol. Higuain 12 reti. Dybala, Icardi e Menez 10. I due migliori calciatori della Serie A guidano la classifica cannonieri, seguiti dalla rivelazione del Palermo e dal bomber dell’Inter. Metà del bottino di Menez è composto dai calci di rigore. Due campioni e due giovani pronti ad esplodere definitivamente. Nessun italiano. Zero nei primi cinque. Il centravanti italiano è come la tigre bianca, un animale sull’orlo dell’estinzione.
CAMPIONI INOSSIDABILI – Il primo italiano è a quota 9 reti ed è sempre il solito intramontabile Totò Di Natale, giunto a 202 gol in Serie A a 37 anni compiuti lo scorso ottobre. Gli fanno compagnia Callejon e lo sfortunato laziale Djordjevic, appena infortunatosi gravemente. A quota 7 reti ecco il primo giovane (ma non troppo) italiano: Manolo Gabbiadini. Ottima prima parte di stagione in maglia doriana, ma ad inizio gennaio si è trasferito a Napoli dove parte sempre dalla panchina. In sei mesi aveva segnato una sola rete in meno di quanto realizzato lo scorso anno. Con Gabbiadini, a 7 gol, troviamo un altro talento scuola Atalanta (ma passato anche lui per l’orbita Juve) quest’anno alla ricerca della maturazione definitiva. Parliamo di Simone Zaza, centravanti del Sassuolo. L’esordio con gol in Nazionale sembrava il trampolino di lancio, ma sul più bello si è inceppato. Quest’anno ha segnato a Juve, Roma e Milan ma ha sempre lasciato l’impressione di poter fare di più. Gabbiadini e Zaza sono gli unici segnali positivi dagli italiani, perché con loro ci sono (oltre a Ljajic e Thereau) Alessandro Matri e Stefano Mauri: il primo si sta rilanciando col Genoa a 31 anni dopo i due Scudetti con la Juventus e la pessima annata a metà tra Milan e Fiorentina. Lontani per Matri i fasti della stagione 2010-2011 quando tra Cagliari e Juventus terminò a 20 reti (11+9). Il capitano della Lazio, 35 anni appena compiuti, sta vivendo una seconda giovinezza dopo i problemi di calcioscommesse ed è il perno del gioco di Pioli. A 6 insegue l’altro “vecchietto” terribile Luca Toni, che proprio quest’anno ha timbrato i 300 gol in carriera.
ANNI ’80, GLI INCOMPIUTI – Vialli&Mancini (1964), Roberto Baggio (1967), Beppe Signori (1968), Enrico Chiesa (1970), Bobo Vieri e Filippo Inzaghi (1973), Montella e Del Piero (1974), Di Vaio e Totti (1976), Di Natale e Toni (1977). Campioni e cannonieri che hanno dominato la scena del campionato italiano, portando la nazionale a due finali mondiali (’94 e 2006) e ad una europea (2000). Alle loro spalle, dei nati dal 1980 in poi, solo Alberto Gilardino (1982), appena tornato alla Fiorentina dall’avventura cinese. Proverà a rimpolpare il suo bottino di 174 gol. Per il resto solo tanto, troppo talento sprecato. Uno su tutti, Antonio Cassano (1982): 111 gol in A, ok, ma potenzialità da primo al mondo mai del tutto utilizzate. Ed ha appena salutato Parma, un’altra città che lo ha accolto a braccia aperte. Forse solo la “sua” Bari potrà regalargli le ultime gioie. Stessa età di Cassano per Marco Borriello, che a Roma non ha trovato l’esplosione definitiva. Una vita da seconda scelta per lui, come Giampaolo Pazzini (1984) a cui mancano solo tre reti per entrare nel club dei “centenari” in A. Un elenco lunghissimi di incompiuti ad alto livello, chi per un motivo, chi per un altro: Rolando Bianchi e Quagliarella (1983), Palladino (1984, considerato una stella nella Primavera della Juve), Osvaldo (1986), Giovinco (1987, buona fortuna nella MLS e complimenti per l’ingaggio strappato). Discorsi diversi per altri due classe 1987, Alessio Cerci e Giuseppe Rossi: il primo deve dimostrare di poter far bene anche senza Ventura ad allenarlo, mentre la purezza del talento del secondo è pari soltanto alla sua sfortunata e alla sua fragilità fisica. Speriamo di ritrovarlo finalmente in buona forma all’inizio della prossima stagione.
ANNI ’90, GLI IMMATURI – Paloschi e Belotti (con una tripletta al Napoli) 4, Destro 5 gol. Balotelli 0 in Premier e 2 stagionali in Inghilterra. Il “combattente” Borini 1. Uno. L’unico a tenere alto l’onore dei ragazzi nati nell’anno delle Notti Magiche di Totò Schillaci è Ciro Immobile, capocannoniere lo scorso anno nel Torino e autore di 8 gol in 20 apparizioni col Borussia Dortmund di cui 4 in Champions League. Il resto sono solo delusioni. Le bizze di Balotelli, le sbuffate di Destro, la mediocrità di Paloschi e Borini. Niente di più lontano dai campioni che calcavano i campi di Serie A negli ultimi decenni. Citando solo alcuni dei centravanti stranieri abbiamo visto Balbo, Bierhoff, Batistuta, Crespo, Shevchenko, Trezeguet, Ibrahimovic, Milito, Eto’o, Cavani.
L’unico a tenere testa a tutti questi, ad averci giocato insieme ispirandoli o contro rispettandoli, ad averli superati è Francesco Totti che a 38 anni è ancora il faro, il punto di riferimento del gioco di Garcia. A Firenze la Roma ha creato quattro occasioni, tutte partite da una giocata in verticale del suo capitano. Quattro, come i gol segnati quest’anno. Quattro come quelli che gli mancano ai 300 nella Roma. Per la Roma.
A cura di Daniele Luciani