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IL MATTINO.IT De Laurentiis: “Scudetto? Juve e Roma sono più forti di noi”

De Laurentiis
De Laurentiis

(F. De Luca) – Dal caso San Paolo ai due trofei nel 2014, da Benitez («Spero che resti, però il nostro progetto andrà avanti anche senza di lui») alle nuove sfide: Aurelio De Laurentiis a tutto campo al Mattino. «In ritiro ho sbagliato a parlare di tricolore. L’obiettivo del Napoli è essere competitivi sempre. Prima o poi lo scudetto arriverà, ma non perché arriveranno uno o due giocatori. Si vince quando c’è un fronte unico composto da squadra, società e tifoseria. Lo scudetto ci sarà quando l’ambiente sarà maturo».

De Laurentiis ha un progetto per il nuovo San Paolo?

«Io ho affidato a un pool di ingegneri uno studio, prioritario rispetto a quello della ristrutturazione: vogliamo capire qual è lo stato di salute attuale dello stadio perché non vorremmo che questo impianto, costato svariati miliardi di lire prima dei Mondiali del 1990 e reso agibile soltanto grazie agli interventi della mia società, presentasse ulteriori problemi, dopo quello del settore inferiore di Curva A, inagibile da tre mesi. Entro gennaio riceveremo una stima della salute del San Paolo ed entro febbraio una valutazione dei costi degli interventi da effettuare, successivamente lavoreremo al progetto di ristrutturazione cercando di capire anche cosa si potrà costruire di supporto economico all’impianto per dare il via a quelle attività commerciali extracalcistiche che secondo quanto previsto dalla legge dovrebbero creare un equilibrio economico-finanziario per la salute del club».

Quale giudizio dà del 2014 della squadra?

«Positivo. Abbiamo mantenuto una società con i conti in ordine ed è contemporaneamente proseguito il processo di crescita. Il Napoli è la sola squadra italiana ad aver vinto due trofei nell’anno solare ed eravamo reduci da una straordinaria Champions: nel dicembre 2013 siamo stati eliminati con 12 punti, penso a cosa è accaduto nella competizione quest’anno, con la Roma eliminata e la Juve qualificata con punteggi nettamente inferiori al nostro. Abbiamo chiuso lo scorso campionato al terzo posto e siamo ora nelle prime posizioni. I conti vanno fatti alla fine: noi siamo un po’ come quel ciclista che fora una gomma e riparte in ritardo, c’è tempo per recuperare, le tappe del campionato sono 38 e non siamo neanche a metà del cammino».

Quali sono gli obiettivi per il 2015?

«Crescere. Restare competitivi in campionato, Europa League e Coppa Italia dopo aver festeggiato la Supercoppa. In campionato c’è già un distacco rispetto a Juventus e Roma, ma andiamo avanti con fiducia. Con l’obiettivo di vincere tutte le partite e senza avere paura di nessuno, come dice Benitez. Noi siamo non scontenti, ma scontentissimi quando non vinciamo o pareggiamo su campi non proibitivi».

Benitez è il punto interrogativo: resta o va via?

«Il suo contratto era di due anni, mi auguro che voglia restare perché dare continuità a un progetto tecnico e societario è la soluzione migliore. Sapremo tutto tra qualche mese. Ma una cosa è certa: la mentalità internazionale, che io ho voluto proporre affidando la guida della squadra a Benitez, non cambierà, proseguiremo su questa linea che è diventata un nostro principio».

A proposito di mercato, soltanto una suggestione il ritorno di Lavezzi a Napoli?

«E a che servirebbe? Siamo copertissimi in attacco, tra un paio di mesi rientra anche Insigne. Si dimentica che Lavezzi ha uno stipendio di 4,5 milioni netti all’anno e che soprattutto è stato lui a voler lasciare il Napoli: lo decise nel 2011 e noi gli chiedemmo di restare ancora un anno, nel 2012 è passato al Paris St. Germain. A volte i procuratori dei calciatori si divertono a tirare fuori il nostro nome, ma noi non c’entriamo né con Lavezzi né con Balotelli».

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