(P. Taormina) – «È doveroso moralizzare l’ambiente del calcio. Qui ho trovato più prenditori che imprenditori, più magnager che manager». Claudio Lotito si presentava così nel 2004. Il mondo del calcio sorrideva, ironizzava, ma lui non se ne curava. Lotito è tutto. Tranne che un ingenuo: conosce a memoria Tito Livio. E adesso vince pure: con la Lazio, che rivede la zona Champions. E con la Salernitana, che sogna la serie B. E stato lo sponsor principale di Tavecchio alla guida della Figc. E non lo ha mai nascosto. E domenica aspetta il Napoli all’Olimpico.
Presidente, De Laurentiis è stato duro, molto duro contro Tagliavento e gli arbitri.
«Aurelio non mi è piaciuto. lo sono abituato ad affrontare i problemi nelle sedi istituzionali perché quelli sono i posti giusti per sollevare le questioni. Non condivido il modo che ha scelto, perché tanto non porta a nulla. Anzi penso che questo sia la maniera più semplice per destabilizzazione e gettare discredito all’intero sistema. Il che non fa bene a nessuno, soprattutto quando si fa parte del sistema».
Ma è in fuorigioco il gol del 2-1 della Juventus?
«E me lo chiede? Ma certo che lo è. C’è stato un errore, è evidente, dell’arbitro e del guardalinee. Ma gli uomini sono fallaci, sbagliare fa parte di noi. Con le sue parole nel dopo partita non mi pare che abbia cambiato il risultato finale. E allora, che senso ha? Noi tutti dobbiamo avere fiducia nelle istituzioni e non sempre tutto in discussione. Ma fare in modo che gli errori non si ripetano».
E in che modo?
«Le idee camminano sulle gambe delle persone. Ed è arrivato il momento che gli arbitri abbiano un supporto tecnologico in campo, per poter essere più sereni nelle decisioni e nelle valutazioni. In questa maniera si evita una certa dietrologia che è poi sempre sbagliata».
De Laurentiis ha insinuato la malafede.
«Non è stato felice. Non è così che si affrontano le cose».
Lei che avrebbe fatto dopo aver perso una partita come il Napoli con la Juventus?
«Nulla. Ma perché nel derby con la Roma è andato tutto bene? No, un romanista commette fallo nel primo gol di Totti ed è evidente. Ma io non ho detto nulla, non ho alzato la voce, non mi sono lamentato. Non ho fatto niente di niente».
La moviola in campo è un progetto condiviso da De Laurentiis?
«Aurelio vuole bene al calcio, è un passionario, porta idee costruttive che aiutano tutti a crescere. E tutti abbiamo bisogno di lui».
Lo dice perché insieme avete pedalato molto per portare Tavecchio in cima alla Figc?
«Ma vede, sono certo che adesso siano tutti convinti che sia stata una decisione giusta. Magari qualcuno ha avuto delle perplessità all’inizio, ma in pochi mesi abbiamo fatto tante riforme che non posso che rendere migliore il nostro calcio».
Lazio-Napoli è lo scontro diretto per la Champions?
«Magari, ma ci sono anche le altre. E sono tante, tutte molto competitive. Milan, Inter, Fiorentina, Sampdoria, Roma…».
Già, la Roma. Che lei non vede in grado di vincere lo scudetto, giusto?
«La mia è una valutazione tecnica: ho giocato contro la Juve e poi con la Roma. Le ho viste in campo e ho fatto le mie considerazioni. Che male c’è?».
Nessuno. Ha scommesso la presidenza della Lazio.
«Tanto sono sicuro che la conserverò, perché la Juventus è superiore alla Roma. Tutto qui. Perché si offendono, poi, non lo so».
Alla Roma si sono offesi pure per la storia di bilanci. Pallotta dice che glielo spiegherà come si fa coi bambini.
«Non ho detto nulla di strano. Il presidente Pallotta dovrebbe rileggersi il bilancio della società da lui presieduta e ricordarsi quindi che solo nell’arco dell’anno 2014 ha perso oltre 38 milioni».
Se Felipe Anderson fa gol al Napoli e va a farsi un selfie lei come reagisce?
«Malissimo. Ma tutti i miei giocatori hanno una educazione tale che non farebbero mai un simile gesto. Cosa che non ha Totti: le persone che hanno un alto tasso mediatico devono avere il senso della responsabilità dei propri comportamenti. E poi, aggiungo: ma che ci faceva col suo telefonino in campo?».
All’Olimpico domenica sarà una strana partita: curva Nord chiusa, tifosi del Napoli assenti. Che momento è?
«Triste. Ma dico: una società non pub rispondere dei comportamenti che avvengono anche al di fuori dallo stadio perché altrimenti il sistema diventa ingovernabile. C’è gente che va allo stadio per delinquere e il cui comportamento va sanzionato col codice penale impedendogli così di andare allo stadio. E poi, che senso ha chiudere la Curva della Lazio, se tanto i tifosi del Napoli non vengono per la rivalità con quelli della Roma?».
Tornando agli arbitri: chi si augura diriga la sfida dell’Olimpico?
«Non è un mio problema, non mi riguarda. È una cosa che tocca al designatore». Banti ha arbitrato quattro degli ultimi cinque Lazio-Napoli. E al San Paolo… «Lo so, il gol di Brocchi (varco la linea ma non venne dato, ndr). Mi è costata la Champions… ma non mi importa. Io del sistema mi fido».
A quando il ritorno del derby tra la Salernitana e il Napoli?
«Piano con i voli pindarici. Stiamo lavorando bene, siamo secondi, vogliamo andare in serie B. Un passo alla volta senza andare di fretta».