(P. Liguori) – La mattina del 6 gennaio l’attenzione dei bambini romani è rivolta alla calza della Befana. Che mi avrà portato la Vecchia, dolci o carbone? Chissà se Rudi Garcia, che molti descrivono “romanizzato”, conosce la tradizione e perfino la Befana. A differenza di Babbo Natale, che realizza sogni e desideri, la Veccchietta porta doni “a consuntivo”, secondo i meriti acquisiti. E la Roma nel 2014 di meriti ne ha accumulati tantissimi: se non fossimo sempre ammalati di un tifo un po’ autolesionista non ci sarebbe neppure bisogno di ricordarli. Così oggi i “romanisti ottimisti” (un nuovo gruppo della Sud) aspettano i regali della Befana.
Il più prezioso, ma anche ovvio, è quel ragazzino di 37 anni che si allena, sicuro, sta attento a quello che mangia e beve nelle feste per mantenere la forma. È un esempio per tutti, neppure gli esordienti sono tanto concentrati: la Befana ci conservi il Capitano. E ci faccia trovare nella calza due talenti di cui adesso abbiamo bisogno: Strootman e Iturbe. È il loro momento,con Gervinho e Keita in Africa. Si è troppo parlato di recente dei problemi della Roma, a noi a Udine all’ora di pranzo basterebbe vedere la stessa squadra di Genova e saremmo soddisfatti. Ma se proprio in fondo alla calza trovassimo anche un gol di Destro ci verrebbero gli occhi lucidi. Come bambini. La Roma ha bisogno di tre punti per mettere paura alla Juve e, alle brutte, restare in scia dei campioni d’Italia. Anno nuovo, ma ritornello vecchio. E, viste le premesse, sarà così fino allo scontro diretto dell’Olimpico. La Roma non può e non deve perdere il passo: l’occasione tricolore, a mercato aperto, è troppo ghiotta.