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IL MESSAGGERO Dottor Jekyll o Mr. Hyde, la doppia personalità di Destro

Destro
Destro

(M. Ferretti) Dottor Jekyll e Mr. Hyde? Cioè, un grande centravanti oppure un pippero baciato ogni tanto dalla fortuna? Il dibattito è aperto, con Mattia Destro nelle vesti di protagonista. Perché, alla terza stagione con la maglia giallorossa, non è ancora chiaro se sia una punta vera oppure un attaccante modesto che riesce a fare soltanto i gol facili facili. Una cosa è certa: Mattia è il beniamino di chi vive di statistiche e un po’ meno di Rudi Garcia. L’altra sera a Palermo ha segnato il gol numero 5 nelle ultime 7 partite giocate da titolare, roba da fenomeni; poi, però, ci sono i 13 palloni sbagliati sui 24 giocati e allora il giudizio si complica, e neppure poco.

GOL, POSTURA E PUNTI – Chi è Destro, allora? Nessuno lo sa con certezza, forse nemmeno lui. Non si ricordano, nel suo bottino stagionale, gol da fuori area: tutta roba da due passi della linea bianca avversaria, tranne quel tirone da metà campo contro il Verona. Un pregio, sostengono quanti gli vogliono bene. Perché farsi trovare al posto giusto nel momento giusto è una qualità, non certo un difetto. I suoi più feroci critici, invece, insistono con il dire che Mattia non sa dribblare, non salta mai l’avversario nell’uno contro uno e spesso e volentieri va a sbattere, palla al piede o no, addosso a chi gli sta davanti.

E gli rimproverano, inoltre, un atteggiamento, una postura in campo un po’ troppo disincantata, per non dire menefreghista. Questione di carattere, ha spiegato più volte l’ascolano. Sarà. Chi gli vuole bene, inoltre, continua ad affermare che sono pochi in Italia ad avere la sua regolarità sotto porta; e che il dovere di un attaccante è far gol, non regalare spettacolo alla platea. La realtà, forse, sta nel mezzo. Destro non è nè un fenomeno nè un bidone: oggi è un attaccante in cerca di un posto fisso, innanzi tutto. Un uomo a caccia di fiducia, se vogliamo. In realtà, Garcia in campionato non l’ha impiegato poco, cioè in 15 occasioni su 19. E lui ha ripagato il tecnico francese con 5 reti, quattro delle quali all’Olimpico. Il suo contributo, in termini di punti, finora non è stato leggero, dato che quando è andato a segno la Roma non soltanto non ha mai perso (contro Cagliari, Verona, Chievo e Cesena ha vinto), ma ha anche accumulato 13 punti in cinque partite. Il problema, se mai nasce da un altro dato: su 15 gare giocate (non tutte per intero, ovviamente), Mattia è andato a bersaglio soltanto in cinque. Un po’ pochino a pensarci bene. Anche se in diverse circostanze il suo minutaggio di gara è stato molto basso.

PRO E CONTRO – Sono giorni di mercato, sono giorni di attesa anche (o forse soprattutto) per Destro, il più corteggiato del mercato di gennaio. E questo, tutto sommato, dà la misura di cosa sia diventato oggi il calcio italiano. E il dibattito prende ulteriore vigore: cosa ci guadagna la Roma a tenere in rosa uno come lui? E cosa ci guadagnerebbe se riuscisse a cederlo? Per il momento sono soltanto chiacchiere, ipotesi. La verità è ancora lontana, in un senso o nell’altro. Ma è lontana davvero?

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