(M. Ferretti) – Un capitano. C’è solo un capitano. E, forse, non ce ne sarà mai più uno come lui. Romano, romanista e con la maglia giallorossa tatuata sulla pelle. E, soprattutto, un fuoriclasse. Uno che a 38 anni (abbondanti…) è ancora in grado di fare la differenza; uno che, alla faccia del tempo che passa (per gli altri…), continua a battere record su record. Nel pomeriggio piovoso ed elettrico della seconda domenica del 2015, Francesco Totti, the selfie made man, è diventato anche il miglior cannoniere nella storia del derby romano. Undici gol alla Lazio in campionato, spazzati via in un sol colpo Dino Da Costa e Marco Delvecchio, bloccati a quota nove. Gli mancava questo primato, e ci ha messo quindici minuti abbondanti per portarselo a casa: con la Roma sotto di due reti, e per certo versi inguardabile, il Capitano prima ha riportato in corsa la propria squadra, battendo Marchetti con un tocco preciso da due passi, poi ha firmato la doppietta (che non gli riusciva dal 5 ottobre del 2013, Inter-Roma 0-3) con un gol di rara bellezza, uno dei più spettacolari della sua infinita lista, arrivata ieri a quota 295. Per confezionare la rete numero 239 in Serie A, tutte con la sua adorata Lupa sul petto, Totti si è inventato acrobata, oltre che artista: ha intuito che quel pallone, sul cross da lontano di Holebas, poteva arrivare solo in un determinato punto e così, dopo aver fintato il movimento sul primo palo, si è andato a piazzare (a nascondersi?) dietro Cana. Quando ha capito che l’unico modo per arrivare a colpire la palla era arrampicarsi verso il Cielo, Francesco ha sfidato le leggi della fisica e, colpendo la palla con il destro, ha prima mandato a vuoto Marchetti e poi in delirio la sua Sud. Avete presente la rete manifesto delle figurine Panini oppure il leggendario gol di Johann Cruijff con la maglia del Barcellona contro l’Atletico di Madrid, stagione 1973-74, quella che valse all’olandese il titolo di “Profeta del gol”? Ecco, una cosa molto simile. E che nessuno si scandalizzi, please. Andate su you tube, se mai.
UN CLIC PER LA STORIA – Battuto per la seconda volta il portiere della Lazio, Francesco è volato verso la sua gente e, dopo aver mandato baci a tutti, ha chiamato Guido Nanni, il preparatore dei portieri e, come concordato prima della partita, si è fatto dare il cellulare, mentre i suoi fratelli romanisti, De Rossi e Florenzi stavano ancora festeggiando accanto a lui. Sentiva, Francesco, che avrebbe segnato (primi gol su azione in questo campionato: era secco da 252 giorni) e voleva fare qualcosa di speciale, per sè e per i propri tifosi. Come quella volta che, dopo un altro gol alla Lazio, si inventò cameraman per riprendere con la telecamera piazzata su un trespolo la sua gente in festa. La scenetta è stata esilarante: Nanni gli porta il cellulare, Francesco lo accende, compone il pin e poi apre la fotocamera. Si inquadra (maluccio…), si mette in posa, manda un bacetto a culo di gallina e alza il pollice con la Sud nello sfondo. Clic. Un’immagine che già fa parte della storia del derby. Della storia della Roma.
NONOSTANTE TUTTO E TUTTI – Roma sul due pari, partita raddrizzata, evitata l’onta della sconfitta contro la Lazio. Un punto guadagnato o due persi? Questo lo scopriremo solo vivendo. Nell’attesa non si può far altro che celebrare (ancora una volta…) un campione infinito. Che per qualcuno non era (è) in grado di fare il titolare oppure di non dare più una mano alla squadra: la verità è che non si può, a 38 anni (abbondanti…), giocare ogni partita da 8 in pagella, ma di fronte a chi è sorretto dall’arte è rischioso dare tutto per scontato. Alla Lazio aveva già segnato una doppietta (Roma-Lazio 2-0, 13 marzo 2011), ma quella firmata ieri ha un sapore più intenso. Molto più intenso. Anche se, in grande onestà, da anni Totti ha messo di stupirci. Nonostante l’età, nonostante una placca di titanio ficcata nella gamba sinistra, con undici viti a tenergli bloccata la caviglia, nonostante tutto e tutti Francesco continua a fare il fenomeno.
Totti logora chi non ce l’ha, oggi più di ieri e meno di domani.
C’È SOLO UN CAPITANO – Era il suo derby numero 40 (record…), 35 in campionato e 5 in Coppa Italia, con un parziale di 13 vittorie e 15 sconfitte. Da Costa ha chiuso la sua cavalcata in giallorosso con 11 reti alla Lazio, ma due li aveva segnati in Coppa Italia: questo vuol dire che Totti ha il record dei record. Se ne faranno una ragione i suoi detrattori di professione, i criticoni in servizio permanente effettivo: ha fatto parlare (sproloquiare) per anni (presunti) opinionisti a caccia di fama e danaro, gente che ancora non si rassegna e che alla vigilia della sfida contro la Lazio di Pioli lo aveva etichettato come il reale problema di Garcia. Complimenti. Avercene di questi problemi, se la ridono i tifosi della Roma… E’ complicato, del resto, rassegnarsi alla logica, lo capiamo. Difficile ammettere la realtà. E il valore dei numeri. Totti, dal marzo del 1993, ha fatto sempre parlare il campo e basta. Un capitano. C’è solo un capitano.