(U. Trani) – Il primo piano piace, la foto di gruppo meno. Totti,con isuoi 2 gol nel derby, copre in parte i difetti attuali della Roma. Che dopo 18 partite, va ricordato, ha solo 1 punto in meno di un anno fa (40/41) e soprattutto si è avvicinata alla Juve (ora meno 3, nel gennaio 2014 meno 8): la corsa scudetto, dunque, rimane apertissima. Pur restando in scia della capolista, i giallorossi faticano però a essere gli stessi del campionato scorso. Nelle prestazioni più che nei risultati. L’inquadratura è chiara. Come immagine danno l’idea di essere meno squadra. Ecco che incidono le prodezze del singolo. Le giocate del capitano contro la Lazio, il colpo di testadiAstori alFriulicontro l’Udinese e la girata volante di Nainggolan aMarassi contro il Genoa.Tenendo fuori l’aspetto psicologico, ogni caso andrebbe valutato singolarmente (ci pensa Garcia, dedicando tempo e spazio), è la questione tecnica a meritare l’approfondimento. La flessione colpisce i singoli e di conseguenza danneggia il collettivo: fisicamente sono troppi i giocatori non al top dellacondizioneatletica.
SENATORI USURATI – Due titolari sono finiti, ormai da qualche mese, sotto la lente di ingrandimento: De Sanctis e Maicon. A entrambi la proprietà ha rinnovato il contratto di una stagione. Su input del tecnico di Nemours che, pure pubblicamente, ha sempre ammesso quanto sia fondamentale la presenza di calciatori esperti nello spogliatoio. Se per il portiere, nonostante siano aumentate le gaffe rispetto al campionato scorso, l’idea è di tenerlo per trasmettere sicurezza al nuovo numero uno che arriverà a giugno, per il terzino destro la situazione è più allarmante. Anche De Sanctis, operato al gomito alla fine del torneo passato, ha faticato in estate per farsi trovare pronto per le prime gare ufficiali, ma Maicon sta sicuramente peggio. Perché convive, già da prima del mondiale, con il fastidio al ginocchio che non è facile risolvere.Deve evitare i carichi e spesso non riesce a lavorare come vorrebbe. E’ successo spesso da agosto a oggi, compresa la settimana che ha preceduto il derby. Garcia lo ha dovuto coprire con Florenzi contro laLazio. Su quel lato, in particolare nel primo tempo, sono lo stesso piovuti pericoli. Per chi chiede come mai il francese non si fidi più di Torosidis, pure in emergenza, c’è pronta la risposta: nemmeno lui sta bene.
RICAMBI SCARSI – A sinistra la situazione è solo parzialmente migliore. Holebas non si è allenato con continuità per colpa dell’affaticamento muscolare che lo ha tenuto in bilico fino alla vigilia del derby.Dietrodi lui,però, c’è il vuoto: Cole e, basta pensare a Udine, Emanuelson. Anche Pjanic è entrato in campo non al meglio. Senza Keita e con Strootman non ancora al massimo, non ha potuto riposare. A Palermo con Nainggolan e De Rossi squalificati, laRoma avrà gli uomini contati a centrocampo. Paredes può essere un cambio e, a prescindere da quanti giocatori saranno utilizzati a centrocampo, Pjanic dovrà per forza partire ancora titolare. Con Strootmane volendoFlorenzi.
TIRI SCOMPARSI Garcia, lo ha detto chiaramente, vuole Totti centravanti, almeno fino a quando non rientrerà alla base Gervinho. Come ha fatto nella ripresa contro la Lazio. E’ più semplice che lo faccia con il 4-2-3-1, come nelle stagioni fortunate con Spalletti. Ma il sistema di gioco conta fino a un certo punto. Dopo tre gare di fila senza subire gol, ecco i due presi nel derby. Più che l’assetto, conta il comportamento. L’allenatore giallorosso vuole ritrovare l’equilibrio. Per il quale servono la disponibilità e il sacrificio. Se troppi interpreti non stanno bene fisicamente, non è possibile chiedere loro corsa e ritmo. Anche per questo la Roma conclude sempre meno in porta. In 2 gare su 3 all’Olimpico, contro il Sassuolo e la Lazio, zero occasioni nel primo tempo. Destro, utilizzato con continuità e non solo in corsa, potrebbe aiutare. Con i movimenti da centravanti. Ma è ormai tardi. Lui, e ancor di più il papà, vogliono cambiare club. In questo senso il mercato capita a proposito: il terzino destro e la prima punta sono interventi necessari. Anzi, obbligati.