(E. Menghi) Chiamarlo dramma è forse riduttivo. Come in una matrioska, il ginocchio di Strootman nascondeva un problema dentro l’altro e il più grave di tutti è stato scoperto solo in sala operatoria: durante l’artroscopia, utile per rimuovere una massa di tessuto fibroso adiacente al crociato ricostruito lo scorso marzo, l’equipe medica dell’AMC di Amsterdam ha trovato la cartilagine lesionata ed è dovuta intervenire seduta stante per provare a porre rimedio a uno dei guai più devastanti che possano capitare ad un calciatore.
La stagione di Kevin è finita con quattro mesi d’anticipo, i brutti ricordi dell’anno passato riaffiorano, il doppio crack del San Paolo e l’addio al Mondiale brasiliano, tutto scorre veloce nella testa dell’olandese, costretto a tornare spettatore troppo presto. E per chissà quanto. Se fai un buco nella guarnizione di un delicato ingranaggio, il meccanismo s’inceppa. La cartilagine è una superficie sottile, che fa da protezione, e quando si logora, o peggio ancora si lesiona, articolazione e legamenti sono soggetti a danni maggiori. La rigenerazione non è una delle sue qualità e questo complica non poco la guarigione. I fattori di crescita possono aiutare, ma servono lunghi mesi e una buona dose di fortuna. Van Basten non ne ha avuta con la sua caviglia, erano altri tempi e la medicina si è migliorata, ma all’attaccante connazionale di Strootman non bastarono 4 interventi per tornare a giocare e dovette arrendersi a soli 28 anni. Kevin ne ha 4 di meno e spera che la sua carriera da campione promesso non sia compromessa da un ginocchio logorato.
La possibilità che si ripeta un caso Giuseppe Rossi esiste, ma pensarci adesso sarebbe prematuro. Molto dipende da quanto è stata danneggiata la cartilagine, definire i tempi di recupero è impresa ardua e lo stesso centrocampista giallorosso non si è sbilanciato: «Il tessuto cicatriziale è stato rimosso con successo. Purtroppo – il messaggio social di Strootman – è stato trovato anche qualche danno cartilagineo, causato dal colpo subito nella partita contro la Fiorentina. Devo prendere un periodo di riposo più lungo del previsto e sono estremamente deluso dal fatto che ci vorrà molto più tempo prima di tornare in campo di nuovo».
L’arrivederci alla prossima stagione è un revival da incubo. La prima parte di riabilitazione la svolgerà in Olanda, seguito dai fisioterapisti di fiducia Ferrelli e Massier. Per ora è a riposo domiciliare, poi dovrebbe tornare nella capitale e ricominciare un ciclo di terapie ed esercizi che già la prima volta gli avevano massacrato l’umore. Totti gli era stato vicino, non pensava di doverlo rifare così presto. Proprio l’estate scorsa, quando il ginocchio di Kevin tardava a tornare al top, una visita dal professor Cerulli aveva escluso problemi a livello cartilagineo e rassicurato il giocatore. A distanza di 6 mesi da quel controllo, l’olandese ha ricevuto invece la triste notizia. La lunga attesa per capire l’origine del dolore avvertito al Franchi è stata dovuta alla scarsa attendibilità degli esami strumentali classici, come ecografie o risonanze magnetiche, in casi come questo. Perché solo quando il chirurgo Van Dijk, assistito da Kerkhoff e Heijboer, ha azionato l’artroscopio ha potuto avere un’immagine chiara dell’infortunio. Serio, serissimo.
Strootman era preparato al peggio, aveva capito fin da subito che qualcosa non andava e si era rifiutato di tornare in campo a Firenze dopo l’incidente con Pasqual. Il contatto e la distorsione hanno provocato la lesione cartilaginea, ma i legamenti sarebbero rimasti intatti, come sottolineato nel comunicato ufficiale della società: «È stata confermata la stabilità del neo-legamento». Mentre Castan corre verso il rientro («Spero di giocare 7-8 partite almeno e vincere lo scudetto», ha detto il brasiliano a globoesporte), la stagione di Kevin resterà ferma a 327 minuti, inclusi i catastrofici 7 di Mosca e gli altri 7 frettolosi col Torino a novembre. A ottobre sembrava impossibile pensarlo in campo per quella data. E, inevitabilmente, nel secondo dramma di Strootman le responsabilità andranno equamente spartite.