(E. Menghi) Non si era ancora acceso il derby tra presidenti quando Pallotta parlava di Roma-Lazio come «una partita sulla strada per lo scudetto», una tappa in un processo più lungo e possibilmente vincente. «Battere due volte l’anno la Lazio e poi arrivare decimi non mi renderebbe felice», la verità da manager di «Jim» nell’intervista rilasciata al portale americano Bleacherreport.com una settimana fa e pubblicata ieri. Prima della guerra dialettica a colpi di battute e battutacce. Eppure, già aveva qualcosa da ridire con il patron biancoceleste: «Le sue decisioni sono prese per lasciare intatto il suo potere, non per migliorare il nostro campionato. Lui avrà un parere completamente opposto, ma si sa: quello che uno fa rimane, molto più delle parole». Verba volant, per dirla alla Lotito.
Pallotta vede potenzialità non sfruttate nella serie A: «Con alcune mosse intelligenti può tornare competitiva. La Premier ha fatto un lavoro migliore, ma in Germania, domina il Bayern mentre in Francia ci sono solo due squadre, in Spagna due o tre. In Italia ce ne sono sette o otto di livello». Non ditelo a Guardiola, che nella conferenza pre-Champions, stuzzicato sulla competitività della Bundesliga, reagì male, salvo poi consolarsi con il 7-1. «Pep l’ho incontrato allo Juventus Stadium, siamo buoni amici – ha confidato Pallotta -. Non eravamo pronti a questo grande salto. Garcia ha detto che erano troppo per noi, io dico che non eravamo pronti per il loro gioco. Comunque non abbiamo perso la nostra strada». Ma c’è ancora del lavoro da fare: «Sono arrivati nuovi giocatori e abbiamo avuto tanti infortuni. Contro la Juve siamo stati bravi, anche se la Roma non si è espressa in tutto il suo potenziale».
Pallotta toglie possibili alibi alla sua squadra, che però per crescere ha bisogno anche di rinforzi: «Il prossimo anno torneranno Castan e Romagnoli e saremo più forti in difesa, dove ora stiamo facendo davvero male. Ci serve un attaccante. Non ho intenzione di vendere Strootman e Pjanic lo amiamo, ma siamo uomini d’affari e se qualcuno arriva con una maxi-offerta bisogna vedere cosa è meglio per tutti». Poi c’è il nuovo stadio: «Abbiamo ottenuto un regalo di Natale in anticipo, ora dobbiamo portare il progetto in Regione. Ci sono stati ritardi, ma se tutto andrà bene sarà pronto nel 2017». Come promesso.