(E. Menghi) Sale la «Febbre da cavallo» pre-derby. Gigi Proietti è il re degli scongiuri e sembra non aver mai svestito i panni di Mandrake, scaramantico protagonista del film culto della commedia italiana. La passione per i cavalli è rimpiazzata nella vita reale da quella per la Roma, che presto dovrebbe traslocare a Tor di Valle, proprio sulle ceneri dell’ippodromo scelto come location chiave del film di Steno nel 1976. Proietti, 74 anni e un’agenda piena di impegni in giro per l’Italia, usa il sarcasmo di sempre per raccontare il suo essere tifoso, non riuscendo a celare l’ansia che accompagna l’attesa per la partita più importante. «Sto strazzio der derby Roma-Lazzio», usando le parole di un suo vecchio sonetto. Quello in arrivo sarà forse più straziante degli altri, lo dice la classifica: seconda contro terza, un vero lusso con un pezzo di scudetto in ballo.
Sarà un derby da Champions e non capita spesso una sfida cittadina ai piani alti della A. Se lo aspettava?
«Da come si erano messe le cose all’inizio, sembrava che la Lazio non riuscisse a fare le cose che sta in effetti facendo. Bisogna riconoscere che i biancocelesti stanno facendo un buon campionato. Che sia una sfida da Champions non ne sono sicuro. Le distanze sono notevoli ancora. Entrambe le squadre vengono da giornate rincuoranti, nessuna delle due è in crisi. Non ci sono alibi, non si può dire niente. Sarà il campo che deciderà il valore delle squadre».
Un pronostico?
«Sanno tutti quello che mi auguro. Io non dico niente però».
Cosa entra in gioco in una partita così?
«È inutile parlare di motivi di tipo tecnico, perché non hanno senso nel derby, dove giocano altri fattori, emotivi, emozionali, di tipo agonistico, entrano dentro le proprie storie. Speriamo che la partita sia bella e non ci siano teste calde. Come se non bastassero le cose che succedono nel mondo».
Garcia ha rimesso la chiesa al centro del villaggio un anno e quattro mesi fa, come si fa a mantenerla lì?
«Finora ci è riuscito, mi pare. Non sto seguendo moltissimo il calcio in questo periodo, non so che formazione ci sarà, ma so quello che vogliamo tutti noi romanisti: che ci sia qualcuno che concretizzi di più le azioni bellissime che la Roma riesce a fare. Quante volte ci capita di dire: “Se semo magnati quattro gol”? Mangiamo meno, stiamo un po’ a dieta dopo le feste. Però non possiamo certo dire che la squadra non giochi bene a pallone».
Per Garcia «un derby non si gioca, si vince». È d’accordo?
«Non ci voleva Garcia per dirlo, lo pensiamo tutti da tempo. Lui però lo dice con molta classe. Stimo molto il nostro allenatore, ricordiamoci le ultime annate della squadra. A volte mi sembra di sognare. Noi non ci accontentiamo mai, la Juve non è così impenetrabile e non ci sono distanze stellari. Hanno grandi giocatori, è vero, ma ogni squadra è pericolosissima e può metterli in difficoltà».
Scommetterebbe sulla vittoria dello scudetto?
«Questo non lo saprà mai da me».
Ci dice se sarà all’Olimpico domani?
«Non so se sarò allo stadio, forse sarò fuori Roma per lavoro, ma troverò un modo per vedere la partita».
Il nuovo stadio della Roma sorgerà a Tor di Valle, un posto a lei caro. Mandrake che direbbe?
«È esattamente una “mandrakata”! Speriamo che questa funzioni, perché le “mandrakate” non funzionavano mai».
Come ogni «Fantastico» finale che si rispetti, Proietti si accomiaterebbe così: «Ciao invidiosi».