(E. Menghi) – La paura non è finita. La lezione del 9 marzo al San Paolo è servita a Strootman per imparare a conoscere il suo ginocchio e ad arrendersi al dolore, piuttosto che rischiare, ma la cautela potrebbe non essere bastata. È stata saggia la decisione presa a Firenze di chiedere il cambio e seguire la restante ora di gioco dalla panchina, l’olandese aveva capito subito che qualcosa non andava, che il dolore non poteva essere provocato solo dalla botta subìta, e aveva ragione.
I primi esami a Trigoria hanno decretato «stabile» l’articolazione di Kevin, che ha preferito però recarsi a Perugia per un consulto con il professor Mariani. I test biomeccanici svolti in Umbria hanno evidenziato una distorsione e richiesto ulteriori accertamenti. Lì è scattato il campanello d’allarme. Strootman ha fatto le valigie ed è volato in Olanda per farsi visitare, due volte, dal chirurgo che l’aveva operato il 18 marzo scorso presso l’AMC di Amsterdam. I primi esami non sono bastati, il giocatore è rimasto una notte in più del previsto e ieri mattina è stato controllato un’altra volta.
Dopo 4 visite (due in Italia e due nei Paesi Bassi) è arrivato l’amaro verdetto: Kevin dovrà operarsi di nuovo. Lo farà oggi stesso, in artroscopia, e si affiderà alla stessa equipe medica (Kerkhoff e Heijboer, oltre a Van Dijk) che si era occupata del suo ginocchio quasi un anno fa. C’è una massa di tessuto fibroso che va rimossa per garantire l’estensione del ginocchio. Usando termini medici, si tratta della «sindrome del ciclope», ovvero di un nodulo aderente al legamento crociato, che può aumentare la massa riducendo la mobilità dell’articolazione. È una delle complicanze post-operatorie in cui si può incorrere dopo la ricostruzione del crociato. Il che significa che la botta e la distorsione hanno rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, più che il vero guaio. Nell’intervento verrà monitorata la situazione dei legamenti, per verificare che non siano stati danneggiati.
Se tutto dovesse filare liscio, Kevin dovrebbe cavarsela con un mese di stop. La paura non è finita, però. Se oggi in sala operatoria dovesse esserci qualche imprevisto, se il crociato non dovesse essere integro, la stagione dell’olandese sarebbe a rischio. La verità sarà svelata solo dopo l’intervento, il secondo in poco più di 10 mesi. È chiaro che qualcosa non è andata nel verso giusto e le responsabilità sono sicuramente da dividere, tra operazione, riabilitazione e gestione. Stava per rientrare in campo al Franchi un giocatore che sta per finire sotto i ferri.
C’è da tener conto anche del risvolto mentale della vicenda, che potrebbe allungare il periodo di assenza di qualche settimana. C’era voluto tanto per rivedere lo Strootman sicuro nei contrasti e un nuovo infortunio potrebbe infatti togliere tranquillità al giocatore. La breve apparizione con il Torino a novembre aveva fatto capire che Strootman non era ancora pronto, ma da gennaio aveva iniziato ad ingranare.
Deve rifermarsi, ma dopo tanta ansia sembra aver ritrovato lo spirito da battaglia, almeno nei confronti dei giornalisti: «Ci sono molte speculazioni dei media su di me e vorrei spiegare a tutti i tifosi qual è il vero problema: il ginocchio è contuso e quindi dovrei tenerlo a riposo per un paio di settimane. Questo mi dà l’opportunità di rimuovere alcune parti di tessuto cicatriziale che mi hanno infastidito un po’ dopo l’ultimo intervento chirurgico. Mi aiuterà a tornare al mio vecchio livello. Non è niente di grave e sarò presto di nuovo in campo». L’obiettivo è farlo a marzo, come una nuova primavera.