(Il Messaggero) – La Roma arranca, avanzando lentamente di pareggio in pareggio. E, da stasera – dopo l’1-1 dell’Olimpico con l’Empoli – forse, non spera nemmeno più di agganciare la Juventus sulla vetta del campionato. Sarà bene che, d’ora in avanti, i giallorossi facciano più attenzione al Napoli, che incalza alle loro spalle, piuttosto che coltivare ulteriori sogni di gloria. Quattro pareggi nelle ultime quattro partite, sei nelle ultime otto, i numeri inchiodano la Roma e annacquano le ambizioni dei tifosi che, stasera, dopo avere spinto i propri beniamini, li hanno fischiati all’uscita dal terreno di gioco. Contro la squadra toscana, che Sarri ha preparato e disposto a dovere, i giallorossi – come sempre avviene negli ultimi tempi – sono andati sotto, rischiando una clamorosa Caporetto. Ma le cattive notizie non riguardano solo lo stato di forma della squadra, e la sua scarsa lucidità, ma anche i singoli. La Roma non è brillante, di questi tempi, ma nemmeno fortunata, come conferma l’infortunio occorso a Iturbe (dopo la settimana da incubo vissuta da Strootman) che, al 21′, dopo essere stato spostato platealmente da Hysaj, va ko. Il suo ginocchio compie un movimento mostruosamente innaturale e, dopo essere tornato in campo per constatare che non può più andare avanti, l’argentino alza bandiera bianca. Gli esami clinici diranno per quanto tempo.
Lo bollicine alle quali aveva abituato la Roma sono un lontano ricordo, niente calcio-champagne, invidiabili geometrie, solo qualche percussione fine a se stessa, che non mette apprensione agli ospiti. Spesso i giallorossi si affidano al tiro da fuori, con Keita e soprattutto Nainggolan, senza però inquadrare mai la porta. Gli scricchiolìi sinistri presto assumono le sembianze di veri e propri incubi per i tifosi romanisti, che vedono la loro squadra affondare senza nemmeno il bisogno che l’Empoli affondi troppo i colpi. La squadra giallorossa sparisce dal campo e per la quarta volta consecutiva in campionato va sotto. L’involuzione è palpabile e sfocia nel rigore con espulsione (di Manolas, ultimo uomo) che l’empolese Saponara si procura prima di finire a sua volta, ma per doppia ammonizione, anzitempo negli spogliatoi. Maccarone trasforma e festeggia, poi Russo cerca di lasciare un segno, con una conduzione di gara e con decisioni piuttosto lontane dalla realtà. Nella ripresa, come spesso avviene, la Roma torna in campo più determinata e concentrata, ma con la stessa propensione al tiro da fuori, che è anche sinonimo di scarsa serenità. Il pareggio, però, arriva comunque, sugli sviluppi di un’azione alla mano, rifinita da Pjanic e finalizzata da Maicon, con la complicità di un poco reattivo portiere Sepe. La Roma sembra in rampa di lancio, ma si perdere tra fraseggi poco utili alla causa ed errori anche banali, che però testimoniano la scarsa lucidità. Non sono nemmeno fortunati, i giallorossi, quando al 17′ – su angolo di Pjanic – Astori timbra di testa la traversa.
Nell’ultimo spezzone di partita si avverte, netta, la sensazione che se l’Empoli ci credesse veramente potrebbe fare molto male ai giallorossi che sfiorano (si fa per dire) il gol solo al 34′, con una delle (ennesime) conclusioni di Nainggolan. La squadra di Garcia, stasera costretto a rivedere per ben due volte i propri piani, dopo l’espulsione di Manolas e la successiva sostituzione di Totti, ma in precedenza aveva dovuto rinunciare a Itube (forse il più lucido) per fare spazio a Florenzi, esce ridimensionata da queste prive avvisaglie di girone di ritorno. La Juventus sorride, Napoli e compagni sperano.