(S. Scacchi) Non è più tempo di “hip hip hurrà” a Milanello. La sconfitta con il Sassuolo ha modificato il clima, imponendo un copione diverso alla consueta visita di Berlusconi. Sabato scorso l’ex Cavaliere aveva intrattenuto i giocatori con cori e propositi per un grande 2015. La brusca frenata casalinga con gli emiliani ha spazzato via il solito discorso all’insegna di battute e sorrisi. Alla vigilia della trasferta col Torino si è preferito andare al sodo, con un incontro ristretto tra presidente, Galliani e Inzaghi. In agenda l’analisi del momentodella squadra e i possibili rinforzi di mercato.
Il nome nuovo è quello di Axel Witsel, centrocampista belga dello Zenit, elemento completissimo ma difficile da raggiungere in prestito perché è stato acquistato dai russi per 40 milioni nel 2012. I contatti però proseguono. Lavori in corso per arrivare a Destro: la Roma non vuole lasciarlo partire per meno di 20 milioni, il Milan pensa a un prestito con diritto di riscatto a 15. Piùcomplicato lo scambio con El Shaarawy che vuole restare in rossonero (forse più praticabile uno schema simile con il City per portare Jovetic in giallorosso). Il Faraone non è al meglio a causa di un colpo al piede operato. Per questo Inzaghi, che deve fronteggiare i momenti di forma non esaltanti anche di Montolivo e De Sciglio, sta valutando se schierare subito l’ex granata Cerci (in preallarme anche Niang). «Mi verrebbe voglia di mettere in campo Alessio dal primo minuto, ma ci vuole pazienza. Non ha giocato per tre mesi e non ha fatto la preparazione».
Berlusconi ha salutato l’ultimo arrivato e ha seguito l’allenamento della squadra. Strette di mano con i giocatori, ma clima meno conviviale. La consegna è quella di muovere la classifica con una vittoria, perché non è più tempo di consolarsi con discorsi sui progressi esibiti dalla squadra. Anche le parole di Inzaghi riflettono questa esigenza: «La crescita passa per la classifica. Con il Sassuolo è mancato il cinismo. Mi auguro la sconfitta sia una lezione. Dobbiamo tornare a fare punti. Questa sarebbe la svolta mentale. E io devo essere più razionale senza farmi condizionare da quello che si dice ogni partita. Altrimenti sembriamo fenomeni dopo le vittorie e non dico cosa dopo le sconfitte».
Il tasto dolente è sempre lo stesso: i gol subiti da palla inattiva. «Dobbiamo essere più svegli. Ma più che ripetere le stesse cose a ogni allenamento non so cosa fare», si sfoga Inzaghi. Un modo di mettere i giocatori di fronte alle loro responsabilità, fatte di maggiore attenzione e concentrazione. Una questione che va al di là dei possibili rinforzi. «Il mercato è dinamico. Vediamo se succederà qualcosa. Destro, sinistro», glissa Galliani giocando sul nome dell’attaccante giallorosso. Sono lui e Witsel gli obiettivi individuati dal Milan per raddrizzare questo gennaio iniziato malissimo.