(M. Pinci) – Quattro pareggi in sei partite con sette gol fatti e cinque subiti, tre punti meno dello scorso anno al giro di boa: abbastanza per chiedersi dove sia finita la Roma da scudetto immaginata da Rudi Garcia. È un fatto: la squadra non è più la stessa capace di spaventare la Juve nella prima parte di stagione, di contenderle davvero il primo posto. Segna meno, prende più gol, fatica incredibilmente a vincere. Alla fine del girone di andata ha realizzato 7 reti meno dello scorso anno incassandone 4 in più.
GARCIA URLA: “ASSUMETEVI RESPONSABILITÀ” – Garcia ha iniziato a chiedersi – e a chiedere ai giocatori – cosa sia successo. Lo ha fatto anche pubblicamente: “I ragazzi si assumano le loro responsabilità, non posso essere sempre io a spingere nell’intervallo”. Qualcosa del genere, poco tempo fa, l’aveva urlata anche nello spogliatoio: “Io mi sono esposto per voi dicendo che siamo di scudetto, ma voi dovete dimostrare di crederci in campo”. Per parlarne direttamente alla squadra, però, ha dato appuntamento al dopo coppa Italia (martedì contro l’Empoli): domenica mattina infatti la squadra si è ritrovata per l’allenamento in mattinata alle 10.30 nonostante da Palermofosse arrivata solo otto ore prima.
RISATINE E EGOISMI INDIGESTI – Il tempo per processi e analisi approfondite non c’era. Ma qualcosa motivi di nervosismo non mancano. A Trigoria infatti non sono piaciute le risatine prolungate in panchina nel primo tempo di alcuni leader – soprattutto Maicon e Borriello – con la squadra ancora sotto di un gol. E una risatina sgradevole ha accompagnato anche la risposta di Mattia Destrosul proprio futuro. Ha sorriso il centravanti a chi gli chiedeva se a gennaio sarebbe rimasto, prima di lasciarsi andare a un: “Per ora sono un attaccante della Roma”. Che ai più attenti sarà suonata come una dichiarazione d’intenti sulle volontà per il futuro immediato. Che voglia andare al Milan lo sanno più o meno tutti: lasciarlo intendere dopo un match così era però evitabile.
TOROSIDIS FUORI 2-3 SETTIMANE, 12° INFORTUNIO MUSCOLARE – Ai più attenti non sarà sfuggita nemmeno la frequenza di guai muscolari in cui incorrono i giocatori della Roma. L’ultimo è il greco Vasilis Torosidis, costretto a saltare la trasferta di Palermo per una lesione di primo grado al retto femorale destro. Non meno di 2-3 settimane di stop. Si tratta del dodicesimo infortunio muscolare occorso alla Roma dall’inizio della stagione, problemi che hanno ormai riguardato tutti: dal portiere De Sanctis (risentimento ai flessori) ai centrocampisti De Rossi e Keita (entrambi fermati da un problema al polpaccio), da Borriello, out per due mesi, ai giovani Iturbe e Uçan, dall’adduttore che in estate aveva bloccato Castan (che in settimana riprenderà ad allenarsi dopo l’intervento alla testa) fino agli stop di Yanga Mbiwa, Holebas e Astori di novembre. Insomma, tutti o quasi hanno dovuto alzare bandiera bianca almeno una volta per colpa dei muscoli. E per Torosidis, solo 865 minuti stagionali, non si può nemmeno invocare un sovraccarico da usura. Gli alibi, anche in questo senso, stanno davvero finendo.