“Se non avessi premuto quel grilletto sarei morto”. Queste le parole di Daniele De Santis, l’ultrà della Roma accusato dell’omicidio del tifoso napoletano Ciro Esposito, in una lunga intervista esclusiva che il settimanale Panorama pubblica sul numero in edicola da domani, mercoledì 14 gennaio (con l’anticipo di un giorno rispetto al solito).
De Santis, che parla per la prima volta degli incidenti avvenuti il 3 maggio 2014 prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli a Roma, dice a Panorama: “Penso sempre a quel giorno e questa è e rimane una tragedia per tutti. Per la famiglia di Ciro e anche per la mia. A volte mi domando: se per salvarmi la vita, oltre alle sofferenze fisiche, devo veder soffrire tanto, non era meglio che mi avessero ammazzato?”.
“L’unica cosa che non avrei dovuto fare” così prosegue il racconto di De Santis a Panorama “è stata raccogliere un fumogeno e rilanciarlo verso un pullman parcheggiato sul controviale che chiudeva completamente l’accesso. Improvvisamente sono spuntate almeno 30 persone. Se fosse andata come sostiene chi mi accusa, avrei dovuto sparare al primo che mi capitava, no?”.
De Santis, invece, racconta di essere fuggito e raggiunto da quelle persone; di avere preso “le prime bastonate e coltellate” e, mentre tentava di chiudere il cancello di accesso all’area dove abitava, “una gamba è rimasta sotto e si è staccata quasi completamente dal corpo. Ho arrancato per qualche metro e li ho avuti ancora addosso. Ero convinto di vivere gli ultimi momenti della vita. Se non avessi premuto quel grilletto sarei morto”.