Non è stato un fine settimana qualunque per Daniele Verde, grande protagonista della vittoria della Roma contro il Cagliari. Daniele ha festeggiato a casa, dove mancava da un mese. «Abbiamo chiacchierato fino alle sei del mattino – racconta la signora Patrizia -. Io ho sempre creduto in mio figlio, del resto lui già all’età di sei anni aveva scritto sul diario personale che da grande avrebbe fatto il calciatore ». Un sogno diventato realtà. Così adesso Daniele, il cui agente Chiodi sta discutendo il rinnovo di contratto con la Roma, può ripagare i genitori di tanti sacrifici: «Vorrebbe aiutarci – continua mamma Patrizia -, ma è giusto che si goda i primi guadagni. E’ un ragazzo semplice, non ho mai avuto paura che si perdesse in un quartiere non facile come questo». I Verde sono gente umile ed onesta. Papà Giuseppe è disoccupato, Patrizia fa la collaboratrice domestica. Hanno tirato su tre figli, Daniele è l’ultimo. Cresciuto a pane e pallone. A sei anni si iscrive alla scuola calcio Domenico, poi un anno e mezzo alla Pro Calcio con Peppe Lomasto tra la Loggetta e i campetti Fior d’Arancio, a pochi passi dal centro Paradiso, dove si allenava il Napoli di Maradona: «Daniele era molto timido – ricorda Lomasto -, ma altrettanto educato. La prima volta che è venuto da me gli ho chiesto solo di palleggiare, poi mi sono messo a parlare con gli altri bambini. Quando mi sono girato, dopo dieci minuti, stava ancora palleggiando con il sinistro, allora ci siamo messi a contare, ma a 200 palleggi l’ho dovuto fermare».
Fonte: Gazzetta dello Sport