(B.Tucci) – La politica fa proseliti. Prendi, ad esempio, Garcia: costretto dalle circostanze rivoluziona la squadra e manda in campo tre giovanotti alle primissime esperienze. Non si può proprio chiamare rottamazione, ma insomma, come il premier Renzi, si affida ad una cucciolata di fedelissimi. Risultato? Dopo oltre un mese, il mister sconfigge la «pareggite» di cui si era ammalato e riesce a battere il Cagliari fuori casa. Una boccata d’ossigeno e una risposta a quelle avversarie che già pensavano di fare un sol boccone del secondo posto. Ciò significa che la Roma è guarita? Assolutamente no. Le vittorie sono un toccasana, ma non vogliono dire che i guai sono passati. In Sardegna c’è stato qualche barlume di luce ma non basta, se si vuol continuare ad essere tra i primi della classe. Esprimo una mia opinione personale che può non essere condivisa: nel primo tempo quel continuo fraseggiare con passaggi sempre al compagno che è dietro mi ha ricordato la Roma di Luis Enrique. Per carità! La speranza è che, ora, tutto finisca con il ritorno di Gervinho e Doumbia.