(L.Valdiserri) – Il simbolo è l’ultimo cambio della partita, quello a cui ogni allenatore affida la speranza. Nella Roma entra Daniele Verde, classe 1996, giovane della Primavera, perché Iturbe si è infortunato (pare cosa grave al ginocchio e alla caviglia destra), Destro è stato venduto al Milan con una fretta suicida, Doumbia e Gervinho sono in Coppa d’Africa, Borriello non è stato convocato perché oggi andrà al Genoa e Ibarbo sarà probabilmente comprato nelle prossime ore.
IL RIGORE, STAVOLTA, C’è
L’Empoli porta via il pareggio che aveva conquistato anche in Coppa Italia e questa volta non ci sono i supplementari e un rigore contestato per salvare i giallorossi. Il rigore, semmai, la Roma se lo vede fischiare contro al 37’ e dentro ci sta anche l’espulsione di Manolas che frana su Saponara. Il greco, però, è l’ultimo dei colpevoli perché prima è Maicon, che ormai cammina in campo, trascinandosi un ginocchio che lo tormenta da mesi, a non far scattare il fuorigioco. Poi è De Sanctis che non esce e non costringe Saponara a tirare. Alla peggio sarebbe stato gol, ma non gol e inferiorità numerica.
QUARTO PAREGGIO CONSECUTIVO: ORA DIFENDERE LA CHAMPIONS
La Roma non sa più vincere: quarto pareggio consecutivo, sesto nelle ultime otto giornate. La Roma perde un giocatore a partita: a Firenze è capitato a Strootman e adesso a Iturbe, il campionato di tutti e due potrebbe essere già finito. La Roma non ha più un gioco affidabile: Nainggolan e Ljajic sono gli unici due vivi, soprattutto il Ninja, ma il calcio è uno sport di squadra. Non è bastata neppure l’espulsione di Saponara, apparsa iniqua, nel recupero del primo tempo, per ritornare a vincere in casa (ultima volta il 30 novembre 2014, contro l’Inter). In queste condizioni è un miracolo che la Roma sia ancora seconda, ma Napoli, Lazio e le altre corrono. L’obiettivo non è più lo scudetto, è difendere la zona Champions.