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Feyenoord-Roma: la Roma è malata, ma per Pallotta la colpa è dei media

Rubrica Il Punto Settimanale di GazzettaGialloRossa
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Tra oggi e lunedì la Roma si gioca la sua intera stagione (ancor più di quanto fatto con la recente serie di pareggi). Nella partita di stasera la Roma deve vincere almeno 1-0 o pareggiare con un risultato minimo di 2-2. Solo così si potrà ottenere il passaggio agli ottavi di finale di Europa League. L’impresa non è proibitiva, il Feyenoord non è un avversario temibile, ma non lo era neanche il Parma due domeniche fa e i giallorossi non andarono comunque oltre lo 0-0.

Nonostante questa serie di pareggi, il presidente Pallotta si ritiene moderatamente soddisfatto: “Non è che abbiamo perso 5 partite di fila, siamo ancora secondi malgrado tutto” – ha dichiarato il numero 1 giallorosso – “È un problema per pochi tifosi, che forse tifosi non sono. Gli unici a mettere pressione sono quelli della carta stampata, delle tv, delle radio. Nelle ultime 20 ore ho incontrato 20 tifosi a Milano, e nessuno ha detto niente di negativo. Le parole del presidente, onestamente, non hanno rassicurato molto l’ambiente.

Chi, invece, mette un po’ di mordente nelle sue parole, è Rudi Garcia, nella conferenza stampa congiunta con Francesco Totti: “C’è voglia di qualificarci” – le parole del tecnico francese – “siamo qui per questo, abbiamo pareggiato 1-1 e dobbiamo segnare per qualificarci. Una squadra che deve vincere deve prendere dei rischi. Se vogliamo passare il turno dobbiamo metterci un pizzico di follia”. La partita di Rotterdam anticipa un’altra grande partita, quella di lunedì sera contro la Juventus. Totti ne è consapevole, e vuole iniziare un ciclo di vittorie: “Vincendo qui, potrebbe essere la svolta della stagione. Voi direte: basta una partita? Sì, una partita dà fiducia. Perciò questo match può condizionare tutto l’anno. Certo, fra domani sera e lunedì, preferirei vincere col Feyenoord che battere la Juve. Ma se vinco domani, vinco pure lunedì”.

La medicina alla “pareggite” è ancora sconosciuta. Non è bastata la vittoria di Cagliari a rimettere la Roma in carreggiata;  non è bastato il ritorno di Gervinho e Doumbia dalla Coppa d’Africa; non è bastata la fuga della Juventus e l’avvicinamento del Napoli. La domanda sorge, dunque, spontanea: cosa può salvare i giallorossi dallo spettro dell’ennesima stagione buttata?

In attesa di trovare la risposta si continua a lavorare sul campo (che sia questa, in fin dei conti, l’unica soluzione?). La squadra ha svolto la rifinitura nella serata di ieri, nella quale si è constatato il recupero di Manuel Iturbe. L’argentino è disponibile per la gara, ma partirà dalla panchina. Florenzi, al contrario, non sarà del match, per via dell’infortunio alla caviglia rimediato contro il Verona.

In porta giocherà Skorupski, estremo difensore titolare del torneo. In difesa Maicon non recupera e cede il posto a Torosidis. Manolas e Yanga-Mbiwa al centro della difesa, con Holebas sulla sinistra. A centrocampo De Rossi, Nainggolan e Pjanic. Davanti il tridente Gervinho (uo il gol dell’andata), Ljajic e Totti. Il capitano torna al De Kuip dopo 15 anni, quando con l’Italia perse la finale dell’Europeo del 2000 contro la Francia. In quella competizione Totti fu il migliore degli italiani e l’anno successivo vinse lo scudetto. A chi glielo fa notare, il numero 10 risponde: “Allora perdiamo domani! Però devi firmarmelo col sangue (ride, ndr). No, per me se vinciamo domani vinciamo anche contro la Juve”.

di Matteo Isidori

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