(C. Zucchelli) Strana storia, quella di Davide Astori: il giorno dell’Open Day all’Olimpico è stato uno di quelli che ha ricevuto il boato più grande, semplicemente perché la Roma, per aggiudicarselo, lo aveva strappato alla Lazio, con tanto di tifosi (biancocelesti) che avevano raggiunto il ritiro del Cagliari per convincerlo a scegliere la squadra di Pioli. Oggi, a distanza di 6 mesi dalla presentazione, il boato è soltanto un ricordo, e Astori è considerato l’anello debole della difesa della Roma. Strana storia, anche questa, visto che dei centrali a disposizione di Garcia (senza contare Castan) è sicuramente il più tecnico, quello capace di calciare meglio il pallone, impostare l’azione e difendere con eleganza, senza rischi.
MESE DIFFICILE Eppure, ennesima strana storia, l’ultima vittoria della Roma in campionato porta la sua firma, con quel gol (contestato dai friulani) da 3 punti a Udine che aveva portato lui e i suoi compagni a un punto di distanza dalla Juve. Da quel giorno, il tracollo: della squadra e personale, visto il macroscopico errore di Palermo e poi quelli con l’Empoli in Coppa Italia (su incursione di Verdi) e Fiorentina, sempre in Coppa, quando permette a Mario Gomez di girarsi e segnare, chiudendo partita e qualificazione. A Trigoria sono tutti convinti – Garcia per primo – che Astori abbia tutte le qualità per riscattarsi, magari già da domani, quando tornerà per la prima volta da ex in Sardegna.
CUORE SARDO È bergamasco, Astori, vive a Roma con fidanzata napoletana, ma Cagliari gli è rimasta nel cuore. E non solo perché ha aperto una gelateria lì o perché ha ancora tantissimi amici (oltre a una casa), ma perché 179 presenze e 6 anni di vita non si dimenticano facilmente. L’emozione domani non mancherà e la Roma spera che si fermi al fischio d’inizio, perché con Manolas squalificato toccherà di nuovo a lui far coppia con Yanga-Mbiwa. L’ultima volta che Roma e Cagliari si sono affrontate in Sardegna, Astori visse un incubo: manata di Destro, tripletta dell’attaccante, tanti errori e tante polemiche, risolte però già nel dopo-gara e poi a Trigoria, dove Astori si è integrato praticamente in un batter d’occhio. A Roma sta bene, si concede le cene con la squadra, va spesso a mangiare il sushi con De Rossi e altri componenti dello staff tecnico all’Eur, si divide tra servizi fotografici con la fidanzata e musei come se niente fosse, è uno dei più disponibili con i tifosi.
IL FUTURO Le premesse per il riscatto da parte di Sabatini ci sarebbero tutte, ma Astori deve guadagnarselo con una grande seconda metà di stagione perché, oltre a Castan, la Roma riporterà alla base anche Romagnoli, un altro centrale e un altro mancino. La scelta sarà tra loro due: se Astori dovesse essere riscattato (5 milioni il costo, che si andrebbero ad aggiungere ai 2 già pagati per il prestito), Romagnoli, 20 anni, sarebbe mandato ancora a giocare, altrimenti resterà a Trigoria e Davide potrebbe tornare in Sardegna, in cerca magari di un’altra squadra. Il d.s. del Cagliari, Marroccu, non è sbilanciato: «Le tre operazioni in ballo con la Roma sono distinte. Su Ibarbo e Astori non si discute: il Cagliari deve aspettare giugno e vedere cosa decide la Roma, che potrà esercitare il diritto di riscatto oppure lasciare che i giocatori tornino in Sardegna. La vicenda Nainggolan ci vedrà protagonisti, ci vede anche adesso al centro della trattativa. Penso che troveremo un accordo soddisfacente per tutti».