(M Cecchini) – A suo modo, un piccolo record Seydou Doumbia lo ha già centrato: nella storia della Roma probabilmente non era mai capitato che un nuovo acquisto – con la squadra seconda in classifica e in virtuale lotta scudetto – fosse fischiato già alla prima uscita. Non solo. Il fatto di concludere le prime tre partite (due partendo dalla panchina ed una giocando titolare) prendendo altrettante insufficienze in pagella senza che la Roma avesse mai perso, pare un’altra malinconica novità. Insomma, se la metafora non fosse abusata, si potrebbe parlare davvero di un Elefante – simbolo della sua Costa d’Avorio – al Polo.
CONCENTRAZIONE Il d.s. Walter Sabatini ieri ha spiegato di nuovo che la tempistica sull’acquisto dell’attaccante non sia stata il massimo, ma questo non gli ha impedito una battutina: «Non occorre una grande condizione per fare una mezza girata di sinistro… », alludendo all’occasione sciupata dall’ivoriano nella ripresa. Al netto del fatto specifico, c’è da dire che Doumbia non giocava partite di campionato da inizio dicembre, visto che il suo Cska – come tutte le squadre russe – ha sospeso l’attività per l’inizio dell’inverno. Certo, forse si sperava che la partecipazione alla Coppa d’Africa lo aiutasse a mantenere la forma, ma questo non è avvenuto (a Trigoria lo dicono tutti), e forse anche per questo motivo il suo ruolo nel successo della Costa d’Avorio non è stato così prorompente come ci si aspettava. Non è un caso che a volte Doumbia abbia dovuto fare staffetta con Tallo – ora all’Ajaccio, nella Serie B francese – che a Roma ricordano come centravanti dalle potenzialità inespresse. Il successo africano, poi, pare aver anestetizzato psicologicamente sia Doumbia sia Gervinho, che in questo momento sembra facciano fatica a smaltire quel senso di sazietà che una vittoria così importante ha inoculato in tutti e due. Rimedi? Lavorare sodo e darsi un obiettivo. Altrimenti, a livello di ambiente, la prossima per loro sarà una stagione in salita.