(M. Calabresi) Tra mercoledì e ieri, Feyenoord contro resto del mondo. Quella che, nelle ore precedenti la partita, era diventata piazza d’Olanda, poche ore dopo è tornata piazza di Spagna in tutto il suo splendore. Il sole su Trinità dei Monti, la gente seduta sulla scalinata a goderselo: non fosse per quelle transenne che circondano la Barcaccia, la differenza con gli altri giorni quasi non si noterebbe. La barbarie passa, Roma resta, ed è bello così. Ascoltando le persone parlare, però, capisci che qualcosa di diverso c’è. Di solito, le voci dei turisti stranieri sovrastano quelle dei romani; ieri no, ieri il romano è voluto andare lui stesso a fare da scudo a quel simbolo che giovedì pomeriggio è stato lasciato in pasto agli olandesi. Dietro le transenne di ferro, una transenna umana: appesi, ci sono dei fogli coperti dalla plastica. Pensieri sparsi scritti sopra, a rivendicare l’orgoglio di essere romani che dovrebbe però valere anche quando si butta un mozzicone a terra e non solo quando una fontana viene trattata come un cassonetto. «Scrivete, parlate, dialogate. Romani e italiani, se amate Roma e l’Italia, non dormite. Basta!».
MARINO CONTESTATO In mattinata, si era affacciato in piazza di Spagna anche il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dopo che la fontana era stata svuotata nelle prime ore di ieri per valutare i reali danni. Il sopralluogo è durato qualche minuto e, al termine, quando Marino non ha voluto rispondere alle domande dei giornalisti, ne è nato quasi un inseguimento, a ritmo di insulti del popolo avvelenato. Danni per poche migliaia di euro, quelli riparabili (come il ricollocamento del frammento di barcaccia staccato), «ma la serie di urti provocata dalle bottiglie di birra lanciate nella fontana – ha spiegato Claudio Parisi, Sovrintendente ai Beni Culturali – ha provocato la rottura della pellicola superficiale della pietra in un centinaio di punti. E il danno permanente è pure quello di immagine».
TORNA L’ACQUA Mentre la zona della Barcaccia è un viavai di turisti italiani e stranieri che ne approfittano per scattare un selfie e poter dire «io c’ero» (ma è proprio necessario in questi casi?), i due operai dell’Ama addetti alla pulizia tirano fuori il tubo e attendono l’arrivo dell’assessore alla cultura di Roma Capitale, Giovanna Marinelli, che alle 17 prende anche lei un telefono e scatta una foto. Ma è significativa: è la prima dopo che la Barcaccia ha appena iniziato a imbarcare nuovamente acqua, mentre per la rimozione delle transenne bisognerà attendere stamattina: «L’abbiamo restituita alla città – dice –. La fontana tornerà fruibile a tutti, come deve essere il nostro immenso patrimonio culturale». A terra restano dei fiori portati ieri mattina (su Twitter era stato lanciato anche l’hashtag #unarosaperlabarcaccia): l’unico riferimento con la Roma, invece, è nella felpa di un venditore di strumenti musicali a percussione. Se tutta la città fosse trattata con la gelosia dimostrata ieri dai romani verso la fontana del Bernini, Roma sarebbe migliore.