(M. Iaria) – Sembravano sbarcati da Marte. Ritti a discutere amabilmente di tecnologia sul gol-non gol e arbitri addizionali come se fuori non si fosse scatenato un inferno. L’assemblea della Lega di A, che per una strana coincidenza si è tenuta a poche ore di distanza dalla pubblicazione della telefonata-shock di Lotito, è andata avanti in un clima surreale. Maurizio Beretta, il presidente che per Lotito «conta zero», a non proferire una parola sull’argomento: altro che dimissioni da rassegnare. Le società colpevolmente zitte e inerti. Ci ha provato la Roma a scuotere le coscienze ma, quando il d.g. Baldissoni ha tentato di pungolare gli altri club, nessuno gli ha fatto sponda.
E la Juve? La sua posizione di dissenso è arcinota ma ieri si è preferito non intervenire, forse perché pareva troppo scontato nella giornata dell’indignazione, forse perché le battaglie perse in passato hanno fatto capire ai bianconeri che il consenso costruito dall’asse Lotito-Galliani è durissimo da scalfire. Non a caso nella telefonata con Io-dice il presidente biancoceleste parlava di «17-18 voti» controllati in A. Alla fine Lotito ha preso il microfono producendosi in un’autodifesa non richiesta. Risate e battutine nel sottofondo, poi pare sia stato proprio Agnelli a togliergli la parola con la scusa che incombeva la riunione della Fondazione per la mutualità. «Siamo impotenti, servirebbe un intervento dall’esterno», ammette un dirigente.