(F. Oddi) «Siamo stati eccezionali. Bravissimi. E non parlo dell’arbitro, o di altro: giudico solo i miei». Dopo un finale nervoso, una sconfitta dal risultato rotondo, e tre cartellini rossi tutti da una parte, Alberto De Rossi ci tiene a difendere i suoi, e a rasserenare gli animi: la Roma esce dal Viareggio perdendo 4-0 con l’Inter, dopo un bel primo tempo (eccellente l’avvio), metà ripresa a premere alla ricerca del pareggio, e una resa inevitabile quando Marchizza viene espulso e Bonazzoli trasforma il rigore del 2-0. Il resto, gli altri due gol e gli altri due espulsi, serve solo per le statistiche: non ci sono certo 4 gol tra le due formazioni, su un campo impossibile la Roma non ha demeritato. Trovando peraltro alcuni protagonisti inattesi: l’albanese Ndoj, arrivato in estate dal Padova, ha giocato forse la miglior partita in giallorosso, il terzino Anocic ha concluso degnamente un torneo sempre ben sopra la sufficienza. E Calabresi, che un tempo era un centrocampista di qualità, si è esaltato nel fango, facendo capire perché Garcia lo porta così spesso in panchina coi grandi.
FINALE NERVOSO Qualcosa è cambiato nel finale: tanto nervosismo – la Roma ufficialmente non ha preso alcuna posizione, e non si è lamentata di nulla, ma non è piaciuto l’atteggiamento di alcuni componenti della panchina nerazzurra, dopo l’allontanamento del tecnico Vecchi – e al fischio finale lo staff tecnico giallorosso è entrato subito in campo per calmare i giocatori. «Siamo più grandi, è giusto intervenire per prevenire: la partita si era incattivita nel finale, l’importante è che sia finito tutto in modo tranquillo. Certo, non ci fa piacere essere usciti a un passo dalla finale, ma le risposte che ho avuto dalla mia squadra – conclude il tecnico della Primavera giallorossa – mi sono piaciute molto». Ci sarà modo di risentirle, queste risposte: tra dieci giorni c’è l’Ajax in Youth League, l’8 e il 24 aprile il doppio derby con la Lazio in finale di Coppa Italia. E, a giugno, si lotta per lo scudetto.