(M.Cecchini) – Domanda: è una squadra da vertice quella che nelle undici partite giocate finora nel 2015 ha segnato altrettanti gol (11)? Prima di rispondere prendete fiato e non fatevi prendere dalla voglia di giudizi troppo «tranchant». Se la squadra in questione si chiama Roma, la modestia di questa media potrebbe non portare a sentenze ultimative. Domani a Rotterdam, infatti, i ragazzi di Garcia saranno chiamati a segnare per sperare nell’approdo agli ottavi di finale di Champions League. E un gruppo che può vantare Totti, Gervinho, Ljajic, Doumbia, Verde, Sanabria, ritrovando «in extremis» anche Iturbe, può senz’altro bucare una difesa non irresistibile come quella del Feyenoord.
ITURBE E FLORENZI CI SONO – Sul fronte offensivo, cominciamo dalle buone notizie più o meno virtuali. Il ritorno di Iturbe dopo l’infortunio rimediato contro l’Empoli in campionato, e la conferma di Florenzi, a dispetto della distorsione alla caviglia accusata domenica scorsa a Verona, non significa che entrambi saranno pronti a giocare nella bolgia di Rotterdam, però di sicuro è un segnale che per lunedì prossimo – quando all’Olimpico arriverà la capolista Juventus – la coppia avrà le proprie chance da giocare per provare a ritagliarsi un ruolo da protagonista.
SESTO ATTACCO – Al momento, però, tocca ai titolari conquistarsi un posto in paradiso, e così il mal di gol è una sindrome che sicuramente ha bisogno di una cura rapida. Il problema è che a farlo sarà un attacco che, con 37 centri, finora in campionato è appena al sesto posto nella classifica delle reti segnate, dietro a Juventus (51), Napoli (44), Lazio (40), Inter (39) e Palermo (38). Perciò, se si pensa che la squadra di Garcia in questa stagione ha giocato 24 partite di Serie A, 6 di Champions League, 2 di Coppa Italia e 1 di Europa League, si capisce come il bottino complessivo di 48 reti sia non esaltante. A preoccupare maggiormente, però, è la striscia iniziale del 2015, che sembra inchiodata a quella media di un gol a partita che non rassicura in vista della partita in programma domani in Olanda.
LEZIONE DI MIRA – Non sorprende, quindi, che Garcia negli ultimi tempi insista parecchio nelle sedute di tiro. Soprattutto il tiro da fuori è assai studiato, visto che in Italia le squadre tendono a chiudersi parecchio non lasciando molto spazio alle giocate di prima. Tra l’altro, anche i calci piazzati vengono studiati con attenzione, tenendo conto che Totti, Pjanic e Ljajic (con Iturbe, quando tornerà) offrono ottime garanzie in questo senso. Ma non basta. Negli ultimi allenamenti sono stati provati anche i calci di rigore, anche perché in una partita che sancisce una eliminazione diretta – partendo addirittura da un «agevole» 11 – l’ipotesi dei supplementari e quindi dei tiri dal dischetto non è affatto improbabile, anche se nessuno al momento lo auspica.Un altro neo su cui si sta cercando di intervenire è quello sulle palle inattive come i calci d’angolo o i calci piazzati dalla fascia. Nessuno può pretendere che all’improvviso la Roma arrivi ad avere una serie di schemi vincenti come quelli di Fiorentina ed Empoli, però già contro il Verona qualcosa di nuovo si è visto, soprattutto nel primo tempo, quando è stato liberato al tiro Ljajic.
LJAJIC E GERVINHO – Non è affatto un caso, tra l’altro, che sia stato scelto proprio il giocatore serbo per schemi del genere. Ljajic, infatti, dall’alto dei suoi 8 gol, è il capocannoniere del gruppo. Il re nelle coppe europee, però, è invece un altro: Gervinho, che in questa stagione ha realizzato 3 reti in Champions League e una nella partita di andata contro il Feyenoord. Anche grazie a loro da domani, se possibile, sarebbe bello scrivere un’altra storia. Magari piena di gol.