(M. Cecchini) – Se si volesse provare a sorridere, potremmo dire che a Rudi Garcia – attore-allenatore «reo confesso» – occorra in fretta uno stage di ripasso all’«Actors Studio» di New York. In linea con quelle della Roma, le sue ultime performance sono state meno convincenti che nel passato. D’altronde, giustificare gli ultime due mesi giallorossi sarebbe stato arduo anche per consumati mattatori del palcoscenico, visto che i 6 pareggi negli ultimi 8 incontri hanno frenato la rincorsa alla Juve e fatto riavvicinare pericolosamente il Napoli, mettendo in qualche modo a rischio anche l’accesso diretto alla Champions, di vitale importanza per programmare la prossima stagione.
FACCIA A FACCIA In ogni caso a Trigoria nessuno vuole fare drammi. Il secondo posto non è certo un risultato disprezzabile, così come il fatto che la squadra sia in corsa su tutti i fronti. Dopo un anno e mezzo di luna di miele, però, le critiche sembrano mal digerite, anche perché dal punto di vista mediatico era stato fatto filtrare il messaggio che la Roma avrebbe di sicuro vinto il campionato. Strategie comunicazionali, ovvio, che però l’allenatore ormai gestisce in autonomia, cioè senza consigliarsi con chi gli è intorno, forte dell’asse con la dirigenza, con cui ieri ha fatto pranzo dopo aver parlato con la squadra. Ai ragazzi Garcia ha ribadito di stare tranquilli, di avere fiducia, anche se è emerso un altro concetto: «Dovete dare tutti di più, stiamo attraversando un momento delicato dal quale però sono sicuro che usciremo presto». In generale, il grosso dello spogliatoio considera l’allenatore una risorsa, soprattutto dal punto di vista psicologico. Forse non viene considerato uno stratega di primo livello sulla tattica e sui movimenti di squadra – e qualche punzecchiata da un totem come Sacchi è arrivata – però è uno che difende sempre i giocatori in pubblico e li fa vivere con serenità.
NUMERI Certo, per ritrovare un digiuno interno di vittorie in un singolo campionato di 4 gare, bisogna ritornare al maggio 2005. Non solo, tutti gli ultimi 7 gol subiti in campionato sono arrivati nei primi tempi. Nessuna sorpresa, in fondo, se si pensa che i giallorossi hanno subito il 75% reti proprio nei primi tempi (12 su 16), la peggior percentuale della Serie A in questa stagione.
PREPARAZIONE Questo porta a parlare anche della preparazione. Al netto degli infortuni muscolari (19) e del senso di pesantezza che tanti calciatori accusano, l’equivoco porta a pensare che il fatto che la Roma abbia fondo atletico (e lo dimostrerebbero le rimonte a cui è costretta) sia indice di preparazione corretta. Ma in tanti a Trigoria invece ribattono: una buona preparazione è fatta anche di brillantezza, di velocità, e questa manca. Per tale ragione Garcia ha cambiato il riscaldamento iniziale, al momento però senza che se ne siano avuti i frutti sperati. Ma è meglio essere ottimisti, anche perché la tabella di marcia prima del big match con la Juve deve essere ripresa. L’allenatore francese aveva chiesto quattro successi. Al primo ostacolo (l’Empoli) il piano però si è inceppato. Urge riprendere la corsa subito – anche domani in Coppa contro la Fiorentina – se non si vuole macerare nella delusione. Perché a quel punto neppure una recitazione da Oscar convincerebbe l’universo giallorosso.