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GAZZETTA DELLO SPORT Roma sorridi: De Rossi torna e vuole essere protagonista

De Rossi Garcia
De Rossi Garcia

(M. Cecchini) Era l’Uomo di Ferro. Quello che niente avrebbe fermato se non la sconfitta. Ma siccome il destino si diverte a giocare a dadi con la vita degli uomini, Daniele De Rossi – a 31 anni – sta imparando dal calcio una nuova lezione: il dover convivere con l’ansia da infortunio. La storia è nota. Negli ultimi otto mesi il centrocampista della Roma si è fermato per tre volte a causa di un infortunio al polpaccio destro. Non esattamente nello stesso punto, per fortuna, ma quanto basta per creare apprensione al coraggio di un giocatore-guerriero, che ieri è tornato in gruppo dopo l’ultimo stop arrivato nella trasferta di campionato contro la Fiorentina.

DAL MONDIALE La «via crucis» è cominciata al Mondiale, durante la seconda partita del girone contro la Costa Rica. Inutile dire che l’azzurro fu costretto a saltare la partita successiva, e decisiva, contro l’Uruguay, quella che rappresentò il «rompete le righe» della manifestazione. La ricaduta avvenne a settembre, nel corso del match casalingo contro il Cagliari, quindi la nuova sosta maturata a Firenze. Adesso che si entra nella fase clou della stagione, però, il centrocampista giallorosso vuole esserci, anche perché – svanita la Coppa Italia – campionato ed Europa League cominciano a delineare i loro verdetti.

CONCORRENZA Per la prima volta da quando è diventato titolare inamovibile nella Roma, poi, De Rossi scopre una vera concorrenza, nonostante l’infortunio di Strootman lo abbia privato di un «rivale» (si fa per dire) di primissimo piano. In mediana, infatti, c’è da farsi spazio tra lo stakanovista Nainggolan, il geniale Pjanic, l’emergente Paredes e, soprattutto, l’esperto Keita – l’unico vero concorrente nel ruolo di centrale davanti alla difesa – che Rudi Garcia stima moltissimo per la capacità di giocare a due tocchi e la propensione di portare il pressing alto in puro stile Barcellona. Non è un caso, perciò, che in alcune partite chiave – complici anche momenti personali poco felici – De Rossi sia partito dalla panchina, cosa che fino ad un anno fa sarebbe stato impensabile.

CACCIA AL GOL Rientrare contro il Parma, poi, psicologicamente consentirebbe a Daniele di ricominciare la caccia al gol. Se in Nazionale il centrocampista è saldamente il cannoniere del gruppo azzurro forgiato da Antonio Conte, stupisce come nell’anno solare 2014 il giallorosso sia andato a segno solo una volta. Tutto questo, forse, anche per poca efficacia della squadra di Garcia nell’andare a rete da palla inattiva, specialità in cui invece De Rossi eccelle.

TENTAZIONE USA In ogni caso, per il romanista qualsiasi obiettivo personale è secondario rispetto alla voglia di vincere che ha sempre caratterizzato la sua carriera nel club. Si sa che il suo contratto scadrà nel 2016 e di sicuro non vorrebbe accettare altre offerte prima di avere vinto uno scudetto a Roma. Dopo, il suo avvenire sarà tutto da scrivere, soprattutto perché la corte delle franchigie statunitensi – prime fra tutte le due di New York – è sempre presente. Ma dinanzi alla voglia di Roma di De Rossi, ogni discorso in questo senso è prematuro. Il futuro è adesso. La Juve è avvisata.

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