(M Cecchini) – La Befana sulla scopa aveva il sacco giusto: quello dei doni. Il 6 gennaio, vincendo a Udine, la concatenazione dei risultati aveva portato la Roma ad avere un punto di svantaggio dalla Juventus e ben 9 di distacco sul Napoli, terzo in classifica. Poi si è spenta la luce. Da quel momento la squadra di Garcia, in sette partite di campionato ne ha vinta solo una (a Cagliari), pareggiando sei. Come dire, nel 2015 su 21 punti a disposizione i giallorossi ne hanno raggranellati appena 9. Se aggiungiamo in sovrappiù l’eliminazione in Coppa Italia e una Europa League già in bilico dopo il pari interno col Feyenoord, si capisce come apparentemente la partita di lunedì prossimo contro la capolista — quella che doveva essere la Madre di tutte le Sfide — pare ridotta a quello che il d.s. Walter Sabatini dice sia: «Il primo match-ball scudetto per la Juve». A non arrendersi, al momento, è chi da vent’anni porta la bandiera, capitan Totti, che invece — trascurando il suo 240° gol in Serie A segnato al Verona — mastica un sorriso amaro e mormora:«Discorso scudetto chiuso? Aspettiamo fino a lunedì».
PRESA IN GIRO Purtroppo per lui, il discorso del d.s. è però molto più articolato. «Parlare di primo posto adesso, significherebbe prendere in giro me stesso e la gente. La gara con la Juve non la viviamo più come uno scontro al vertice. Vogliamo vincere, ma la Roma sta alla larga dall’argomento scudetto, che abbiamo trattato in un’altra epoca. Adesso dobbiamo pensare a proteggere il secondo posto, e sarà molto difficile». Al momento, il rosario delle difficoltà è davanti a tutti e Sabatini analizza «la mancanza di brillantezza », «il senso di frustrazione » e soprattutto quel mercato di riparazione che finora non ha funzionato. «Abbiamo trattato diversi attaccante, ma Doumbia non è stato un ripiego, è un ottimo giocatore, e sapevamo come il suo stato di forma non fosse brillante, ma non ci vuole una grande condizione per fare una mezza girata di sinistro… », alludendo a una occasione sciupata dall’attaccante ivoriano nella ripresa. «Forse, non aver riflettuto bene sulle condizioni fisiche sue e di Ibarbo è un errore che ho fatto, ma mi riferisco solo alla tempistica degli acquisti».
GARCIA E TOTTI: NIENTE CASO In ogni caso Sabatini cancella ogni tentazione di mettere sul banco degli imputati Garcia. «Il dubbio di un suo addio non deve insinuarsi nella mente di nessuno: rimarrà alla Roma anche nella prossima stagione ». Per questo l’allenatore cerca subito di spegnere le polemiche generate dalla sostituzione di Totti, uscito abbastanza stupito — «Chi io? Aspetta un po’…» si legge dal labiale in tv — ma dando la mano al tecnico e non creando casi. «Francesco non solo bisogna risparmiarlo ma l’ho visto anche un po’ meno bene. Mi auguro che qualcuno quando esce non sia contento perché vuole continuare la partita. Il capitano è uno di quelli, sempre con il rispetto per le scelte. Non cerchiamo problemi che non ci sono ».Problemi potrebbero essercene invece se giovedì la Roma fosse eliminata dal Feyenoord. «Sarebbe un fatto grave — ammette Sabatini — Non un fallimento, ma un inciampo grosso». Eppure di tutto questo, ne siamo convinti, nel sacco della Befana non c’era traccia.