Arrigo Sacchi, storico allenatore del Milan a cavallo degli anni ’80 e ’90, torna a parlare dei vivai italiani per spiegare meglio la sua idea:
“Allora, ho 68 anni, non sono mai stato razzista e non lo sarò mai. Non fa parte del mio modo di essere e della mia mentalità. Sono convinto che uno dei problemi del nostro calcio siano i troppi stranieri, circa 1.300, cioe’ il 53% del totale. Storicamente, tutte le volte che c’è stata un’invasione di giocatori di altri Paesi, la Nazionale e i club sono andati male” – spiega l’ex ct azzurro – “Ho sempre detto che servono pochi stranieri ma di valore e che bisogna mettere al centro il calcio e non il business. Che i settori giovanili hanno troppi stranieri, a volte acquistati senza essere stati visti, che contendono il posto ai nostri giovani. Anche nella finale del Viareggio c’erano 4-5 ragazzi di colore e stranieri. Nessun accento discriminatorio: l’altra sera volevo inviare un allarme su acquisti troppo disinvolti che non aiutavano né gli stranieri, né gli italiani. Sono preoccupato per questi ragazzi che vengono da Paesi poveri dell’Africa, del Sudamerica, dell’Est Europa. Arrivano trascinati da un sogno, ma purtroppo per molti di loro il futuro difficilmente sarà roseo. Il mio voleva essere solo un allarme su un problema etico, non solo calcistico. Sono veramente stupito di quanto è accaduto ma anche sereno perché lo ripeto: non sarò mai un razzista”.
Fonte: Gazzetta dello Sport
Una forte critica a Sacchi è arrivata da Joseph Blatter, presidente della FIFA, che dal suo profilo di Twitter ha scritto:
“Sono scioccato dalle parole di Arrigo Sacchi: orgoglio e dignità non sono una questione di colore della pelle. Nel calcio non c’è spazio per il razzismo”.
Fonte: gazzetta.it