(S. Carina) C’era una volta la cagliarizzazione della Roma firmata Mazzone. Era il 1994 e a Trigoria arrivarono Festa, Cappioli e Moriero. Ventuno anni dopo, almeno nei numeri, si ripropone un fatto analogo: dopo l’acquisto a gennaio di Ibarbo, gli ex rossoblù a disposizione di Garcia (con Nainggolan e Astori) sono nuovamente tre. Pur non volendo scomodare Machiavelli (che teorizzava un tipo particolare di ciclicità degli eventi) è il classico esempio di come la storia possa ripetersi. Più di qualcuno potrebbe ritenere azzardato un paragone del genere, soprattutto mettendo a confronto gli esborsi per i cartellini.
Tuttavia andando a rileggere i comunicati relativi ai trasferimenti dell’epoca, se Festa arrivò in prestito a gennaio (via Inter che lo aveva prelevato in estate dal Cagliari non facendolo mai giocare), Moriero costò 8,5 miliardi e Cappioli 5. In totale 13,5 miliardi, appena 2,5 in meno di quanto l’allora presidente Cellino sborsò due anni prima alla famiglia Orru per acquisire il club. Le analogie sono singolari: oltre ai ruoli (anche in questo caso si tratta di un difensore, un centrocampista e un attaccante esterno) considerando quanto verrebbero a costare complessivamente i cartellini di Ibarbo (2,5+12,5), Nainngolan (6+12/13) e Astori (2+5), qualora la Roma decidesse di riscattarli, il totale (35,5/36,5 milioni) si avvicinerebbe a quanto il presidente Giulini ha pagato il Cagliari (45 milioni).
AMORE E RISENTIMENTO
Rispetto a Festa, Cappioli e Moriero, Astori, Nainggolan e Ibarbo hanno storie diverse da raccontare. Il belga (premiato ieri dall’Ucr come migliore calciatore del 2014), oltre al cuore, ha lasciato ricordi splendidi nell’isola. A tal punto che nel congedarsi, un anno fa, affidò i suoi pensieri ad una lettera, dove si definiva ‘sardo d’adozione’: «E’ difficile lasciare la propria isola. Un grazie particolare alla gente che mi ha sempre sostenuto e mi hanno fatto diventare il primo tifoso di questa squadra. Mi mancherete, così come spero che anche io mancherò un po’ a voi. Cagliari, ti voglio bene». Anche per Astori l’addio è stato sofferto. Prima del controverso testa a testa tra Tare e Sabatini che ha visto prevalere al fotofinish il ds giallorosso, il difensore ha dimostrato il suo attaccamento al club rossoblù, accettando di rinnovare (benché avesse il contratto in scadenza dopo 10 mesi) permettendo così alla società sarda di far lievitare nuovamente la valutazione che altrimenti sarebbe stata certamente inferiore rispetto a quanto la Roma lo ha pagato.
Il trasferimento di Ibarbo invece è stato vissuto come un tradimento. Soprattutto perché il colombiano, fuori da dicembre per un problema al polpaccio e per una tendinopatia al ginocchio destro (curata con i fattori della crescita), appena arrivato a Roma, pur non in condizione, si è messo a disposizione di Garcia e ha giocato contro la Fiorentina. Al netto dell’infortunio e delle polemiche, è un atteggiamento che alla tifoseria cagliaritana non è piaciuto. Sui social forum sono stati diversi i messaggi risentiti contro l’attaccante che ora, purtroppo, ha ben altro a cui pensare.