(M.Ferretti) – Momentaccio? Macché. Periodaccio. Perché la pioggia non la smette di venir giù. E la Roma, sotto la pioggia, continua a non ritrovare la via maestra. Olimpico terra di conquista, adesso: che fine ha fatto la squadra che nella passata stagione faceva stropicciare gli occhi a critici e tifosi? Sparita. Non se ne hanno tracce da settimane, ormai. Ma la pioggia, seppur nemica, c’entra poco oniente. Dopo quattro partite di fila chiuse all’intervallo in svantaggio (Lazio, Palermo, Fiorentina e Empoli), la Roma ieri sera dopo quarantacinque minuti è andata a bere un thè caldo nello spogliatoio senza essere costretta per l’ennesima volta a dover rincorrere. Non una Roma in vantaggio, ma neppure in svantaggio. Pareggite? Ecco, appunto.Temporanea, però…
L’ILLUSIONE Un passo in avanti rispetto al recentissimo passato? No, proprio no a giudicare dal risultato finale. Una Roma dalla manovra ancora macchinosa, anche se in avvio non in balìa dell’avversario come era capitato nelle ultime uscite. Un segno tutto da decifrare, comunque, considerando anche il valore dell’avversario, cioè la Fiorentina di Vincenzo Montella come sempre applaudito nel suo vecchio stadio al momento della lettura delle formazioni. Abbracci e baci tra Totti e Pizarro nel tunnel, prima dell’inizio della sfida; scintille in campo tra il capitano e Diamanti, quello che per farsi bello davanti ai propri tifosi (quando stava a Bologna) disse che era facile fare la bandiera di una squadra a 5 milioni netti l’anno. Peccato, però, che questo genio del pensiero sportivo sia poi andato in Cina a farsi riempire le tasche di dollari locali.
LA SVOLTA Giallorossi in maglia nera e viola con la casacca bianca: stranezze del calcio, a ben vedere. Poi la rete poco strana di Mario Gomez ad indirizzare la qualificazione, ben prima del raddoppio dello stesso tedesco, con i due centrali di Garcia mal posizionati e Skorupski impallinato. E, dunque, Roma ancora sotto. Una pessima costante, ma in linea con il gioco (gioco?) proposto dalla squadra di Rudi. Che continua a deludere la sua gente e che, dopo aver salutato la Champions League, deve congedarsi anche dalla Coppa Italia. L’ingresso in campo di Ibarbo, il penultimo arrivato a Trigoria, al posto di Totti più che una mossa tattica è sembrata la mossa della disperazione. E della confusione. Del caos.A questo siamo arrivati… E continua a piovere.