(M.Ferretti) – Giocare o non giocare? O meglio: farlo giocare o non farlo giocare, domani sera contro il Feyenoord? Dubbio legittimo, se legato a Seydou Doumbia, l’ultimo arrivato in Casa Roma, il più fischiato domenica scorsa nella partita contro il Parma. Un esordio indimenticabile, per l’ivoriano. Ma assolutamente diverso da come lo aveva immaginato. Ora, però, c’è una scelta da fare: riproporlo dall’inizio domani oppure tenerlo nascosto in panchina in attesa di tempi e forma migliore? Farlo giocare al primo minuto vorrebbe dire che la prova offerta contro il Parma rappresenta un’eccezione, non la regola. E che, dunque, merita ancora fiducia, merita un’altra opportunità dimostrando che la Roma non ha sbagliato a prenderlo sborsando un mare di euro. Se il ds Sabatini ha dato via Destro e Borriello per ingaggiare Seydou, vuol dire che l’ex Cska ha, deve avere un ruolo importante. E non può essere, quindi, una gara storta (con mille attenuanti) a togliergli spazio. Se si crede in lui, deve andare subito in campo.
PERCHÈ NO – Perché ancora non conosce i nomi di molti suoi nuovi compagni, perché sta a pezzi fisicamente e perché del gioco di Garcia sa poco o niente. E perché non giocando paradossalmente potrebbe recuperare credibilità. E uno straccio di serenità. L’entusiasmo, per dirla alla Rudi, lo ritroverà con il tempo.