(U. Trani) – Champions e campionato, Coppa Italia e adesso pure Europa League: cambia la competizione, ma la Roma resta sempre la stessa. Perché non sa proprio più vincere e soprattutto continua a deludere all’Olimpico dove ha fatto cilecca in 8 delle ultime 9 gare (2 sconfitte, 6 pari e 1 successo ai supplementari). Senza gioco e fiato, i giallorossi durano poco o niente in questa stagione. Non conta quale sia il torneo. L’indifferenza della tifoseria ampiamente delusa è la prima conseguenza dell’1 a 1 nell’andata dei sedicesimi contro il Feyenoord che ora potrà sfruttare la gara di ritorno in casa, giovedì prossimo a Rotterdam, per andare agli ottavi.
TURNOVER ESAGERATO Garcia, per rivedere la luce, sceglie la rotazione extralarge, presentando sei novità e rinnegando quindi ogni scelta tecnica e tattica di domenica scorsa contro il Parma. E’ come se avesse riconosciuto gli errori commessi in campionato contro l’ultima in classifica, probabilmente snobbata. Al tempo stesso, però, disorienta il gruppo che già lo segue a fatica. Entrano Skorupski, portiere di coppa, per De Sanctis, Torosidis per Florenzi, Holebas per Cole che finisce in tribuna, Pjanic per Keita, Verde per Ljajic e Totti per Doumbia. Il sistema di gioco è il 4-4-1-1 che in fase offensiva diventa 4-2-3-1. Come a Cagliari, ultimo successo giallorosso. Meno spregiudicato che nel viaggio in Sardegna e volutamente più compatto. La strategia è chiara: usare la velocità di Verde e Gervinho per colpire con le ripartenze il Feyenoord che, con ordine e umiltà, si prende subito l’iniziativa e non lo lascia più. In Europa la Roma è più timida che in Italia: per la quarta volta in questa stagione lascia la superiorità nel possesso palla agli avversari.
AVANTI A DESTRA Il 4-3-3 di Rutten soffre le frecce giallorosse. Il contropiede, però, farà la differenza solo nella prima parte. La catena con Torosidis e Verde è affidabile. I due esterni offriranno, ribaltando l’azione, quattro chance a Gervinho. A metà tempo, dopo due gaffe davanti a Vermeer, l’ivoriano firma il vantaggio di tacco. Il cross è del terzino, lanciato in profondità dal diciottenne della Primavera. Gervinho fa centro in giallorosso dopo 81 giorni, ma spreca la quarta palla gol e tiene aperta la gara. Il Feyenoord, si avvicina al pari già prima dell’intervallo: Skorupski devia in angolo il tiro di Kazim Richards.
SOLITO CALO La Roma, da due mesi e mezzo, dura solo per un tempo. E chi l’affronta sembra ormai conoscerne la grave lacuna agonistica. De Rossi, Totti e Pjanic passeggiano. Nainggolan non a dove andare. Il Feyenoord alza il ritmo. Ma per pareggiare sfrutta l’incomprensione tra Gervinho e Holebas. Cross di Toornstra, colpo di testa di Immers, Skorupski si salva anche grazie al palo, e Kazim Richards, in fuorigioco, sigla l’1 a 1: è il 19° match di fila in cui i giallorossi prendono gol in Europa. Garcia, imitando Ranieri che sostituì contemporaneamente (tra il primo e il secondo tempo, però) i due capitani per vincere il derby del 18 aprile 2010, fa uscire De Rossi e Totti e inserisce Keita e Doumbia. Skorupski rischia di far esultare ancora i seimila tifosi oranje quando gli sfugge la palla sulla punizione di Toornstra. Verde è stanco: dentro Florenzi. Le correzioni sono inutili. Doumbia, statico e lento, copia Gervinho e si pappa due gol. La Sud, a fine gara, boccia ancora la Roma che non riconosce più: la gente, delusa da risultati e prestazioni, è stanca anche di fischiare.