(A. Angeloni) Walter Sabatini è un ottimo dirigente. Se non altro gestisce il verbo come scudo. La sua presenza doveva (forse) chiarire il perché della crisi della Roma. Di fatto le sue parole suonano molto poetiche, quasi bukowskiane («la Roma è il mio tumulto giornaliero, vado via se mi crollano i polmoni»), rimbombano chiare ma chiariscono poco, non tutto. Stando a quanto riferito dal ds giallorosso, Garcia non è un problema, anzi «resta fin quando non vince lo scudetto e ha rinunciato a offerte irrinunciabili»; non lo è nemmeno fino in fondo la preparazione (ma fa capire che qualcosa sarà modificato in sede di allenamento), perché «il prof. Rongoni è un professionista serio, non gli possiamo imputare tutto e si sta confrontando con l’allenatore perché valutando alcuni esiti stanno pensando a qualche variazione sugli allenamenti, ma andremo avanti con lui». E i troppi infortuni? C’è una squadra che ne ha avuti «tre nella stessa partita», ricorda il ds. Per la serie: c’è chi sta peggio. Ma andiamo avanti. Maicon? Non è un problema, semmai siamo noi (giornalisti e tifosi) a valutarlo male, perché con la Fiorentina ha disputato un ottimo primo tempo (tra l’altro anche evidenziato da questo giornale) e il gol preso dalla sua fascia di competenza non è arrivato certo per colpa sua.
Poi, capitolo Iturbe: Sabatini racconta che Manuel non è stato pagato 31 milioni ma 22 più commissioni (comunque una trentina) e che ha dovuto leggere che per Cristiano Ronaldo a suo tempo erano stati spesi dal Real la stesse cifre (tra l’altro l’ha dovuto leggere sul Messaggero, era una tabella che aveva lo scopo di sottolineare operazioni di mercato, che alcuni investimenti sono andati bene e altri meno. Solo cronaca). I problemi della Roma, secondo Sabatini, sono generali e «evidenti» ma che saranno superati, perché la Roma è seconda, «deve difendere il secondo posto, attaccando il primo. Siamo vittima di congiunzioni astrali negative». Quindi nulla è perduto. «E’ un periodo di scarsa fortuna, abbiamo un gruppo di ragazzi coeso e forte. Sono piccoli collassi che durante un’attività possono verificarsi. Torneremo a essere la Roma che tremare il mondo fa. La posizione di Pallotta? Vuole vincere e se non lo farà quest’anno lo farà l’anno prossimo».
IL RITARDO DECISIVO – Una delle prime domande a cui risponde Sabatini è sul mercato. Lui stesso aveva parlato di ritardo. «Un ritardo legato a situazioni contingenti. Avevamo individuato degli obiettivi che si sono allungati nel tempo. Avremmo avuto bisogno di calciatori subito. A consuntivo devo dire di essere soddisfatto. Con più fortuna avremmo potuto concludere prima». Perché non si è intervenuto sui terzini? «Ci fidiamo di Maicon così come di Torosidis che non ha mai tradito. Di Maicon sapevamo di qualche sua sofferenza ma ha una soglia del dolore molto alta». Sempre sul mercato, domanda scontata sul perché sono è stati fatto un investimento (soprattutto su giovani sotto utilizzati) su un Higuain o un Cavani? Sabatini intanto ribadisce che la Roma «continuerà a prendere giovani» e che certi calciatori «valgono quanto il ricavo di un anno di una società come la Roma». Discorso che vale, appunto, per Cavani e Higuain su cui aggiunge che «ha una clausola di 100 milioni, non mi è stato offerto e con quei soldi ho preso tre giocatori. Higuain determina molto ma è arrivato terzo e probabilmente ci arriverà anche quest’anno». Ma magari con lui da queste parti, la Roma arriverebbe più facilmente prima.
IL MUTUO SOCCORSO – Un altro barlume di problema, Sabatini lo individua. Eccolo: «Nella squadra è cambiato qualcosa di chimico: lo scorso anno eravamo una sorta di complessiva associazione di mutuo soccorso, quando sbagliava uno c’era un altro ad aiutarlo. Quest’anno si rimane nella solitudine dell’errore». Questa la sintesi del discorsone di Sabatini, ci scusiamo se, per motivi di spazio, non siamo riusciti a riportare tutto il letterale. Questo basta e avanza.