Torna la rubrica di GazzettaGialloRossa.it “IL MIGLIORE E IL PEGGIORE“. Offriremo un’analisi delle prestazioni del calciatore che ha maggiormente brillato e di quello che, invece, ha convinto meno nelle gare della As Roma.
La Roma torna alla vittoria dopo più di un mese (da Udinese-Roma del 6 gennaio, ndr) e rientra dalla trasferta di Cagliari con tre punti buoni come il pane. Nonostante una gara non proprio solida in difesa e sempre fumantina in avanti, i giallorossi tornano a respirare dopo un periodo di crisi profonda. E’ il baby Daniele Verde l’uomo della provvidenza. Il gioiellino della Primavera sorprende tutti e trascina la Roma alla vittoria alla prima da titolare in Serie A, a soli 18 anni. Buona prestazione anche di De Sanctis, bravo a salvare il risultato su Cop, di Keita, che gestisce un’infinità di palloni a centrocampo, di Ljajic, all’ottavo gol stagionale e di Verde, appunto. Male Yanga-Mbiwa in giornata “no” e discutibile ancora una volta la gara di Pjanic, non si vede una giocata degna di nota da ormai troppe gare, inghiottito in una personalità latente. La sua qualità, in attesa di un Totti in forma, servirebbe molto a questa squadra.
IL MIGLIORE: Daniele Verde
La linea Verde, Daniel Green, Verdinho, Cinquantatré sfumature di Verde, Il mastino napoletano, chissà quante ne avrà lette e sentite da ieri il baby fantasista della Roma. D’altronde quella di Cagliari sarà una partita indimenticabile. Verde, classe 1996, alla terza gara in Serie A, prima da titolare, dimostra di non essere solo una lontana promessa del calcio. Contro la compagine sarda Verde ripaga la fiducia di Garcia con una grinta fuori dal comune e delle giocate sia in velocità sia sullo stretto da invidia. Un’invenzione l’assist per Ljajic quasi allo scadere del primo tempo, con il serbo che insacca da pochi passi dopo lo scavetto del baby giallorosso. Ma nella prima frazione, con Totti a mezzo servizio, è lui a costruire tutte le occasioni più importanti in attacco, saltando sempre l’uomo e creando puntualmente la superiorità numerica, quelle giocate che mancavano dall’addio temporaneo di Gervinho. Sempre nel primo tempo va addirittura a pochi centimetri dal gol ma con in destro spara di poco a lato dopo un assist di Ljajic. Nella seconda frazione accusa un po’ di stanchezza ma non demorde e Brkic gli nega l’urlo di gioia in uscita. Al minuto 85 si mette in proprio, sfugge sulla sinistra e serve Paredes che al limite dell’area trafigge il portiere rossoblu chiudendo virtualmente la gara. Una prestazione che forse farà accrescere (meritatamente) la sua importanza nella rosa della Roma, non solo nella Primavera…
IL PEGGIORE: Yanga-Mbiwa
Se Cop non si fosse divorato quel gol nel secondo tempo (si era ancora sull’1-0 per la Roma, ndr), dopo una disattenzione clamorosa di Yanga-Mbiwa, probabilmente il difensore giallorosso non avrebbe più continuato la partita. Non per depressione o altro, ma perché l’occhiataccia lanciatagli subito dopo da De Sanctis è un’occhiataccia da killer instict. E come dargli torto! Il difensore francese conferma la sua giornata “no” con una movenza da “Mai dire gol” che poteva costare carissimo alla rosa di Garcia. Una disattenzione al culmine di una prestazione insufficiente, goffa ai limiti del calcio. Soffre per tutta la gara le giocate di Cop (!) e di Mpoku (!) nel finale e sbaglia una miriade di passaggi anche semplici nel corso di tutti e 90 i minuti di gioco. Fortunatamente questa volta è andata bene sia a lui che alla Roma, De Sanctis glielo avrà fatto capire. Sicuramente.
Leonardo Esposito (Twitter @Lnrd_Spst)