(F.Bianchi / F.S.Intorcia) – Se l’élite della Serie A si è chiusa a testuggine intorno a Claudio Lotito, il governo medita di agire. Da un colloquio fra il sottosegretario Graziano Delrio e Matteo Renzi è emersa ieri la volontà di un «intervento deciso» su Coni e Figc: un piano che sarà declinato più precisamente in settimana. La politica per tirare il pallone fuori dalla pozza di fango. In fondo, nel forum a Repubblica del 5 febbraio, proprio Carlo Tavecchio dichiarò: «Vi siete mai chiesti perché le riforme in Figc sono state fatte solo da un commissario?». L’assemblea di Lega Pro, domani a Firenze, farà la tara agli equilibri interni, ora decisivi per l’intero sistema. Sarà teatro dell’atteso confronto de visu fra Lotito e Iodice. Ma non voterà su Macalli: servirà una mozione per chiedere una nuova assise con questo punto all’ordine del giorno, se il presidente non opterà spontaneamente per l’uscita di scena, dopo 18 anni al vertice.
Anche il Coni, oltre le cautele formali, è in agitazione: vuole che Lotito rassegni presto le dimissioni da consigliere federale. Malagò è pronto a esercitare la sua forza persuasiva: questione di credibilità per le istituzioni. Cambierebbe molto sul piano dell’immagine, poco nel potere effettivo del n.1 della Lazio. La Serie A, di sicuro, non ha alcuna voglia di sfiduciarlo. Nell’assemblea di venerdì, il dg della Roma Mauro Baldissoni saltava di posto in posto per sondare i presidenti. «Ma non dite nulla?». «È una faccenda privata, a noi interessa altro: chi paga la goal line technology, ad esempio?».
Stefano Palazzi, procuratore federale, aprirà un fascicolo per violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità, ex art 1bis. Lotito e Iodice rischiano una squalifica, per il primo c’è pure lo spettro della decadenza, che scatterebbe se la nuova sanzione, sommata alle precedenti, superasse il tetto dei 12 mesi. Sul collo di Palazzi c’è il fiato della super Procura del Coni: Enrico Cataldi pochi giorni fa ha avocato un’inchiesta che Palazzi aveva archiviato (una rissa in prima categoria, con un calciatore colpito ai testicoli, prognosi di 60 giorni). Sul tavolo del procuratore Figc, altri due fascicoli. Uno, l’inchiesta su Macalli e i marchi di Pergocrema e Pergolettese registrati a suo nome: a ottobre gli ha notificato la chiusura indagini, dandogli 60 giorni per presentare memorie o richieste. Due: la nuova inchiesta sul dossier dell’ex dg Francesco Ghirelli, che ha scatenato il terremoto in Lega Pro. Giovedì la prima audizione.